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Zangrillo: nella pandemia medici assenti e assistiti abbandonati

22 Marzo 2023

Nella pandemia sono saltati i servizi sul territorio e si è deteriorato il rapporto di fiducia tra medici di famiglia e pazienti, ai quali «sono venuti a mancare i punti di riferimento». Lo dice Alberto Zangrillo, direttore di Anestesia-rianimazione all’ospedale San Raffaele di Milano, in un’intervista pubblicata ieri sul Corriere della Sera.

A breve, è la notizia dalla quale prende le mosse l’articolo, l’Oms dichiarerà la fine della pandemia ma – obietta il medico – dopo tre anni di emergenza «ci ritroviamo impoveriti sul piano del rapporto medico-paziente». L’accusa è esplicita: «Abbiamo peccato dal punto di vista etico e morale. È venuto meno il prendersi carico del paziente che dovrebbe restare al centro della nostra professione, in qualsiasi circostanza».

In sostanza, spiega Zangrillo «non trovando ascolto i cittadini hanno avuto come unico punto di riferimento i Pronto soccorso. Il rapporto medico-paziente è saltato. Ci siamo dimenticati di curare le paure e i timori delle famiglie che hanno visto la nostra figura diventare impotente. Poi l’informazione spettacolarizzata ha fatto il resto».

Ora però, si può davvero dire che il virus è morto. «Da sei mesi non indosso la mascherina, neppure in ospedale» dice il clinico «qualcuno mi guarda male, non mi importa. Nel complesso oggi la mascherina è inutile come tante cose probabilmente inutili — per esempio l’eccesso di tamponi — fatte in questi anni di delirio».