Gentile Direttore,
l’utilizzo erroneo o poco attento delle parole può trarre in inganno e mettere in cattiva luce una nascente opportunità che contribuisce a rendere maggiormente sostenibile il Ssn. Mi riferisco all’articolo apparso il 3 maggio scorso su FPress , intitolato: “Francia, deludente il bilancio di un anno di deblistering in farmacia”. Purtroppo il contenuto, a partire dal titolo, è drammaticamente errato, perché dà un’indicazione sbagliata e fuorviante. A mio avviso, peraltro, l’errore non è stato fatto dal redattore dell’articolo ma da coloro che hanno introdotto nell’italiano comune e da chi continua ad utilizzare la parola “deblistering” per assimilarla al riconfezionamento delle terapie di farmaci solidi orali in Dosi unitarie personalizzate (Dup), ossia lo sconfezionamento di medicinali industriali e il successivo riconfezionamento degli stessi in Dosi unitarie di terapia personalizzata.
La Dose unitaria personalizzata, peraltro, non va confusa neanche con la Monodose, ossia con il riconfezionamento del farmaco in unità, o meglio ancora il riconfezionamento di una singola compressa nel suo imballaggio primario inserita in una singola bustina. Questo per dire che a ogni parola corrisponde un concetto e nel nostro caso corrispondono anche tecnologie, modalità organizzative, modalità di assunzione e somministrazione, ruolo del farmacista, effetti e riflessi sui pazienti completamente diversi.
Vengo, pertanto, alla questione: nell’articolo francese ripreso da F-Press non si parla mai di “deblistering” come inteso in Italia, ma si parla di altro. La fotografia che accompagna il pezzo ritrae non a caso la forbice che taglia un blister, proprio perché il servizio parla della vendita dei farmaci “sfusa” per far fronte all’indisponibilità di alcuni medicinali e in particolare di antibiotici e stupefacenti, come del resto è specificato anche nel corpo dell’articolo italiano.
Come è noto, il riconfezionamento in Dosi unitarie personalizzate, il “deblistering” come viene comunemente (ed erroneamente) chiamato nella vulgata italiana, viene effettuato per le terapie dei pazienti poli-trattati cronici ai fini dell’incremento dell’aderenza terapeutica, quindi con un profilo terapeutico completamente differente rispetto a quello di coloro che assumono antibiotici e stupefacenti. Per dovere di cronaca, evidenzio che in Francia il cosiddetto “deblistering”, come in Italia inteso, è eseguito da oltre 1.500 farmacie territoriali, le quali servono circa l’80% degli ospiti totali delle strutture sociosanitarie francesi.
Sperando di aver contribuito ad una maggiore “aderenza delle parole ai concetti e alle cose” porgo i miei migliori saluti.
Alessandro Iadecola
ceo di Remedio