«In un momento come questo avvertiamo più che mai la nostra responsabilità sociale, il bisogno di agire, di essere un “trust partner” della farmacia». A parlare è Salvatore Butti, general manager di Eg Italia Stada Group, l’azienda che nei giorni scorsi ha donato alle farmacie lombarde tramite Federfarma regionale diecimila mascherine ffp2, da destinare al personale al banco e assicurare così la continuità del servizio. I dispositivi sono in via di consegna ai farmacisti proprio in queste ore e a FPress Butti annuncia che l’azienda ha in programma nuove donazioni dello stesso genere, alle farmacie di altre regioni così come ai medici di famiglia e agli ospedali.
Butti, come mai siete partiti dalle farmacie e da quelle lombarde in particolare?
Volevamo essere vicini a chi è in prima linea in questa emergenza, che ha colpito questa regione più duramente che altrove. Abbiamo voluto lanciare un segnale di attenzione, per dimostrare che l’azienda è un partner di fiducia della farmacia.
Come giudica l’impegno profuso dalle farmacie in queste settimane?
Hanno fatto miracoli per assicurare i farmaci ai malati cronici senza la minima discontinuità. In un clima di forte insicurezza per gli effetti devastanti dell’epidemia su interi settori, hanno dimostrato un forte senso di responsabilità. E’ il motivo per cui abbiamo voluto far sentire la nostra vicinanza con un’azione concreta.
Che cosa prevede nel “dopo-Covid”?
Niente sarà più come prima, non c’è dubbio. Occorreranno interventi per aiutare il Paese a ripartire, più flessibilità. Mi chiedo, per esempio, se ci si potrà ancora permettere che i cittadini spendano un miliardo e mezzo di euro per pagare di tasca propria la differenza sull’equivalente rimborsato.
Problemi nelle forniture di materia prime all’industria farmaceutica?
No. All’inizio c’era stata qualche preoccupazione per la produzione, in massima parte concentrata in Cina, ma i timori si sono rivelati ingiustificati. Nessuna ricaduta neanche in Italia, nonostante alcuni nostri stabilimenti siano in zone-focolaio. Abbiamo adottato misure preventive prima ancora che le autorità le rendessero obbligatorie: siamo in smart working dal 25 febbraio.