In questi anni le farmacie hanno fatto un lavoro straordinario per affiancare il Ssn, in particolare con le vaccinazioni contro covid e influenza, oppure con servizi come la scelta e revoca del medico di famiglia, che snelliscono e semplificano il rapporto degli assistiti con la sanità. Lo ha detto la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti, intervenendo alla tappa comasca del Roadshow organizzato da Federfarma regionale per presentare al pubblico gli assi portanti della riforma sanitaria lombarda.
«La riforma investe soprattutto nelle strutture territoriali» ha ricordato Moratti «perché così rendiamo più accessibile la sanità e assicurare la continuità delle cure. La tecnologia ci darà una mano in questo senso, con progetti che tra le altre cose puntano su telemedicina e teleconsulto». La riforma sanitaria, in sostanza, «rappresenta un cambio di paradigma, perché con innovazioni come le Case di comunità si realizza una modalità diversa di offerta delle cure. Ne scaturisce una sfida che dovrà essere vinta soprattutto nei territori». Anche a Como, dove, ha ricordato Moratti, è prevista la realizzazione di 11 Case di comunità, una già aperta e altre cinque da inaugurare entro la fine dell’anno.
Ma tra le novità della riforma c’è anche il percorso seguito dalla Regione per definirne i contenuti. «Abbiamo scelto il percorso della condivisione con tutti i soggetti coinvolti, a partire dalle farmacie» ha ricordato Emanuele Monti, presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale «ora dobbiamo proseguire nella concertazione per continuare ad ascoltare i territori».
La presidente di Federfarma Lombardia, Annarosa Racca, ha ricordato l’apertura che la riforma riconosce alla farmacia dei servizi: «C’è un intero capitolo dedicato alle prestazioni e ai servizi che le farmacie del territorio possono offrire» ha spiegato «si parte ovviamente dalla dispensazione del farmaco ma vengono citati anche i vaccini, i tamponi, gli screening e via a seguire. È in sostanza il riconoscimento di quello che le farmacie già fanno: ormai, per esempio, sono circa mille gli esercizi che vaccinano, quasi uno su tre».
Il presidente di Federfarma Como, Attilio Marcantonio, ha invece ricordato il primato della sua provincia, tra le primissime a cercare la collaborazione con le farmacie per le campagne di screening del colon-retto. «Siamo partiti nel 2007 su iniziativa dell’azienda sanitaria comasca» ha detto «e abbiamo aderito con entusiasmo perché siamo convinti che la territorialità sia il luogo dove la farmacia può fare la differenza».
Lo hanno confermato i relatori della tavola rotonda che ha chiuso l’incontro. «La collaborazione delle farmacie ha dato forte impulso alle campagne regionali per gli screening del colon-retto» ha ammesso Franco Radaelli, direttore dell’Unità operativa complessa di gastroenterologia all’ospedale Valduce di Como «se oggi la regione vanta tassi di copertura superiori alla media nazionale è grazie a loro». Stesso riconoscimento da Carlo Campana, direttore di Cardiologia all’ospedale Sant’Anna: «Oggi gli interlocutori sul campo sono tre, specialista, medico di famiglia e farmacie, alle quali va riconosciuto il merito di avere colmato una lacuna organizzativa e operativa in diverse prestazioni cardiologiche. Il nostro obiettivo quindi deve essere quello di interagire tra noi sempre di più nelle attività di primo e secondo livello».