In cima alla lista delle cose che i farmacisti titolari dovrebbero portare nelle loro farmacie c’è innanzitutto il farmaco. Un farmaco che oggi, per un’anomalia tutta italiana, arriva al paziente da più canali distributivi, con una contabilità disordinata e incoerente. E’ la fotografia della distribuzione diretta così come l’hanno scattata i partecipanti della tavola rotonda organizzata domenica da Federfarma Lombardia nella cornice del convegno sul valore delle farmacie nel servizio sanitario regionale. Tra gli ospiti Francesco De Santis, vicepresidente di Farmindustria, Enrique Hausermann, presidente di Assogenerici, e Salvatore Butti, senior director Generics, Otc & Portfolio di Teva Italia, che hanno espresso il punto di vista dei produttori in tema di doppio canale. De Santis, per esempio, ha definito la diretta «una distorsione contabile», perché i farmaci che imboccano tale via di distribuzione sono computati nella spesa per gli acquisti diretti ma vengono poi distribuiti sul territorio. «Il risultato» ha detto il vicepresidente di Farmindustria «è che oggi la spesa convenzionata chiude in avanzo, l’ospedaliera invece è sempre in rosso». Esemplare in tal senso, ha detto De Santis, è l’accordo sulla dpc firmato quest’autunno in Lombardia, che sposta nella convenzionata diversi farmaci di recente generazione ridistribuendo i pesi in base ai rispettivi tetti.
Interessanti (per le farmacie) anche le riflessioni di Hausermann: i farmaci che hanno perso la copertura brevettuale, ha detto il presidente di Assogenerici, dovrebbero essere sempre distribuiti in convenzionata, perché non si possono costringere gli assistiti a tortuosi pellegrinaggi per ritirare nella farmacia ospedaliera prodotti che costano pochi centesimi. «La distribuzione diretta» ha affermato Hausermann senza giri di parole «fa risparmiare soltanto perché complica a tal punto la vita dei pazienti da spingere una buona parte di loro a rinunciare al farmaco rimborsato». Considerazioni analoghe da Salvatore Butti: «La farmacia è il canale di distribuzione del generico» ha detto «anche se già oggi circa un terzo delle confezioni dispensate sul territorio è un off patent».
Per cercare di superare la 405/2001 e riportare i farmaci innovativi sul territorio, ha detto il presidente della Fofi, Andrea Mandelli, occorre allora il contributo di tutti. Anche dei medici di famiglia, che alla tavola rotonda erano rappresentati da Gabriella Levato, segretario regionale di Fimmg Lombardia, e Roberto Carlo Rossi, presidente di Snami Lombardia. «Non si possono più rifiutare al territorio farmaci come gli antidiabetici orali» ha detto Rossi «medici e farmacie sono costretti a fare i conti con compartimenti stagni di cui si fa sempre più fatica a capire l’opportunità». «La collaborazione tra mmg e farmacisti è sempre virtuosa quando avviene nel rispetto dei reciproci ruoli» ha ricordato Gabriella Levato «lo dimostra l’intesa che consente ai medici di famiglia di ritirare in farmacia le dosi per la vaccinazione antinfluenzale».
Soddisfatta per i messaggi provenienti da industrie e medici di famiglia Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia: «Gli innovativi devono entrare nella penna del generalista così come nella dispensazione in farmacia» ha detto chiudendo la tavola rotonda «dobbiamo lavorare insieme per arrivare a questo obiettivo con il sostegno e l’alleanza dell’industria, che sa di non poter rinunciare al territorio in quanto canale distributivo più prossimo e accessibile al paziente».