Le norme della Legge di Bilancio che hanno riscritto le modalità di computo del fatturato Ssn, con effetti peggiorativi per molte farmacie, sono state approvate senza alcuna opposizione da parte dei vertici del Sunifar, che ora dovrebbero rassegnare le dimissioni. E’ quanto chiede il Comitato rurale della Lombardia nella lettera inviata ieri a Roma in seguito alla risoluzione approvata a maggioranza nella seduta di lunedì scorso, dove è stato fatto il punto sulle ricadute della misura approvata con la Manovra: «Nella mia provincia» spiega a FPress Giuseppe Fornasa, vicepresidente del Sunifar lombardo e presidente di Federfarma Mantova «sono tre in tutto le farmacie sotto i 150mila euro di fatturato che usufruiranno dell’abolizione dello sconto, per un beneficio complessivo di appena 4.500 euro; quelle che invece supereranno la soglia dei 450mila euro perderanno oltre 235mila euro. Peggio ancora a Brescia: dalle nuove modalità di computo trarranno vantaggio 35 farmacie per un valore complessivo di circa 10mila euro, i titolari penalizzati invece perderanno più di 975mila euro».
I numeri, in sostanza, dicono che la disposizione sul fatturato Ssn prende alle farmacie molto più di quanto regala, e non soltanto in Lombardia. «E’ evidente» riprende Fornasa «che il sindacato non ha gestito la questione in modo appropriato». Nella lettera inviata a Roma, il Comitato rurale ricorda alcuni passaggi dai quali trapela evidente questa inadeguatezza. Innanzitutto si è rivelata un errore la decisione di richiedere sul tema un intervento del ministero della Salute, poi materializzatosi nel parere del gennaio di un anno fa: si è trattato, scrive il Sunifar Lombardia, di un «imprudente» tentativo di armonizzare le disposizioni regionali sul calcolo del fatturato di riferimento che ha soltanto finito per alzare l’attenzione sull’argomento, quando invece la questione «avrebbe dovuto essere lasciata al livello regionale».
Per il Comitato lombardo, poi, è «sconcertante» anche il comportamento assunto dalla presidenza del SUnifar nell’Assemblea nazionale di Federfarma di metà dicembre, dove le nuove norme sul fatturato Ssn sono state considerate una vittoria sindacale quando invece sono «un evidente fallimento». «La verità» osserva ancora Fornasa «è che in quel frangente Federfarma ha calpestato una regola inviolabile di tutte le organizzazioni sindacali: si negozia soltanto per migliorare o difendere le condizioni economiche dei propri iscritti, mai per peggiorarle».
L’affondo è anche una risposta alle tesi con cui i vertici nazionali del Sunifar hanno difeso le scelte del sindacato, accusando di egoismo le farmacie lombarde perché non vogliono farsi carico di un piccolo sacrificio a favore di chi sta peggio. «E’ un’obiezione insensata» replica Fornasa «Federfarma equipara a un contratto di solidarietà una norma che invece, al netto tra dare e avere, toglie risorse alla farmacia. La solidarietà è un’altra cosa e infatti la Federazione già prevede misure di sostegno a favore dei titolari in condizioni di disagio. La verità è che la disposizione sul fatturato Ssn equivale a un contratto di categoria che riduce gli stipendi dei dipendenti meglio pagati per alzare quelli delle fasce più basse. Non c’è sindacato che lo firmerebbe: gli adeguamenti salariali li paga il committente, non una parte dei lavoratori. Le dimissioni dei vertici del Sunifar sono un atto dovuto perché non hanno saputo tutelare le farmacie rurali, quelle cioè che garantiscono capillarità e prossimità del servizio».