Da anni, in Lombardia, iva e sconti, così come ticket, dpc e integrativa, non partecipano alla determinazione del fatturato netto Ssn che fa da riferimento per le agevolazioni della 662/92. E’ quanto ricorda la presidente di Federfarma Lombardia, Annarosa Racca, all’indomani dell’intervento con cui il ministero della Salute ha fatto chiarezza sulle voci da detrarre dal lordo in dcr. «Di fatto» commenta la presidente Racca «è come se il dicastero avesse detto alle altre Regioni “fate come la Lombardia”. E’ la dimostrazione che quando i rapporti tra sindacato e parte pubblica sono improntati alla reciproca comprensione, i problemi si riescono sempre ad appianare: sulle modalità di calcolo del fatturato Ssn ci siamo confrontati, abbiamo messo sul tavolo le rispettive osservazioni e siamo arrivati a una sintesi. Quella corretta, come conferma il Ministero».
Discende anche tale concertazione l’assenza di procedure di autocertificazione del fatturato a carico delle farmacie. «Su richiesta del sindacato lombardo» spiega Racca «la Regione ha sollevato da tempo i titolari dall’incombenza. Provvede direttamente il servizio farmaceutico, ogni gennaio: i dati li hanno, perché scaricare sui farmacisti un onere burocratico che la Regione, con i propri mezzi informatici, può sbrigare rapidamente?».
E così, in Lombardia è la Regione a dire alle farmacie a quanto ammonta il loro fatturato Ssn e in quale classe di sconto si collocano. «Proprio in questi giorni» conclude la presidente «abbiamo ricevuto i tabulati relativi al 2017: sono 143 le farmacie lombarde che si sono viste variare la fascia di appartenenza. Avranno tempo fino al 10 febbraio per verificare i conteggi della Regione e, eventualmente, chiedere rettifiche».