Per assicurare l’assistenza di base nelle aree prive di mmg arrivano gli Ambulatori medici temporanei (Amt), dove potranno operare tutti i curanti del ruolo unico, ossia generalisti e medici della Continuità assistenziale. È una delle novità previste dall’Accordo integrativo per la medicina generale che Regione Lombardia e sindacati di categoria hanno firmato a metà agosto. L’intesa, in sintesi, mette sul piatto 15 milioni di euro che serviranno a finanziare una serie di incentivi, rivolti innanzitutto alla costituzione delle Aft (Associazioni funzionali territoriali): senza lasciare il proprio studio, spiega la Regione, il medico di medicina generale lavorerà in rete con gli altri colleghi per assicurare il raggiungimento degli obiettivi di salute definiti a livello di distretto.
Sono previsti fondi anche a supporto delle Uccp (Unità complesse di cure primarie), dove i medici di famiglia operano in aggregazione assieme a specialisti ambulatoriali e personale infermieristico. «Per queste medicine di gruppo» specifica la Regione «è previsto il collegamento funzionale con le Aft tramite sistemi informatici e informativi».
L’accordo, inoltre, conferma la partecipazione attiva dei mmg alla campagna vaccinale contro covid (in singolo, nelle Case di comunità, nei Centri vaccinali e a domicilio, con la presa in carico dei pazienti non deambulanti) e ai programmi di screening (colon retto, mammella, cervice uterina eccetera). Ulteriori fondi saranno destinati all’assunzione del personale di studio.
«Si tratta di un importante e innovativo accordo» osserva la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione, Letizia Moratti «che sostiene il potenziamento della sanità territoriale lombarda. Le Regioni, con capofila la Lombardia, avevano lavorato nei mesi scorsi con il Ministro della Salute per un’intesa nazionale con i medici di medicina generale. Un impegno fatto proprio dal presidente del Consiglio, che purtroppo non ha trovato concretizzazione a causa della crisi di Governo. La Lombardia ha perciò scelto di definire a livello regionale un primo accordo. Per questo ringrazio le associazioni e soprattutto i medici che si sono resi disponibili a realizzare questo passo importante».
L’intesa, prosegue Moratti, si inserisce nell’attuale fase di sviluppo della medicina territoriale attraverso l’istituzione delle Case di comunità: i medici di medicina generale saranno chiamati a fornire un contributo significativo nell’erogazione dei servizi, tramite integrazione con gli specialisti ambulatoriali, l’Infermiere di famiglia e l’Adi. Tra questi le vaccinazioni, domiciliari comprese, i tamponi rapidi, gli screening, i test diagnostici anche tramite telemedicina, la promozione della salute e il counseling.
«Abbiamo sottoscritto l’accordo integrativo regionale per senso di responsabilità» è invece il commento di Paola Pedrini, segretario regionale Fimmg «c’era la necessità di rendere disponibili a breve alcune risorse economiche per garantire una minima sostenibilità della professione, ma l’intesa raggiunta è lontana da quel salto di qualità indispensabile alla medicina del territorio».