L’eliminazione del cosiddetto superticket e il nuovo contratto dei lavoratori della sanità privata costeranno alle Regioni una cifra compresa tra gli 825 e i 900 milioni di euro. Se il Governo vuole mantenere entrambe le promesse deve mettere sul piatto le coperture necessarie, che dovranno essere aggiuntive ai due miliardi di aumento del fondo sanitario programmati per il 2020. Lo ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, al termine della seduta di ieri della commissione Salute, il gruppo di lavoro della Conferenza delle Regioni che riunisce gli assessori regionali alla sanità.
«Le intenzioni messe nere su bianco dal ministro della Salute» spiega «riguardano temi di primaria importanza. L’eliminazione complessiva del superticket vale 750 milioni a livello nazionale, 130 per la Lombardia. Il rinnovo del contratto, atteso da più di dieci anni, per i lavoratori della sanità privata costa invece 300 milioni. Gli stessi operatori privati chiedono che di questa spesa il sistema Stato-Regioni contribuisca per un range compreso fra il 25 e il 50%, cioè tra 75 e 150 milioni»
Si pone dunque il dilemma: chi paga? «Per attuare queste misure il Governo dovrà garantire altri 900 milioni» è la risposta di Gallera «da considerare in aggiunta ai due miliardi di incremento del Fondo sanitario nazionale del 2020 indicati nei documenti di programmazione dal precedente esecutivo. Se così non fosse – e le misure risultassero ricomprese negli stanziamenti già previsti – il sistema regionale subirebbe un taglio effettivo di quasi un miliardo. E sarebbe inaccettabile per le stesse Regioni, per gli operatori, per i cittadini».