La Regione rinnova con i medici di famiglia lombardi la convenzione integrativa per il 2019 e aggiunge un nuovo tassello al Piano regionale per la cronicità, dove farmacie del territorio e mmg dispongono ora di tutti gli strumenti per organizzarsi in una complementarità “virtuosa”. E’ la lettura da dare alla preintesa (dove il “pre” rimanda alle ratifiche di rito ancora da formalizzare) stipulata nei giorni scorsi dalla direzione generale Welfare dell’assessorato e dai due sindacati più rappresentativi della mg, Fimmg e Snami: a parte gli incrementi economici (tra i quali spiccano l’aumento da 10 a 15 euro del “fee” per la stesura del Piano di assistenza individuale del paziente cronico – il Pai – e un finanziamento da due milioni di euro per le medicine di gruppo e di rete e il personale di studio) le due novità che interessano più da vicino le farmacie riguardano diagnostica di primo livello e attuazione della Legge 189/2012 sull’organizzazione delle cure primarie.
Per quanto concerne quest’ultimo punto, la preintesa dà mandato alle Ats (ex Asl) di Sondrio, Brescia e Bergamo di avviare un tavolo di confronto con i sindacati dell’assistenza primaria dove «definire un modello organizzativo condiviso» da estendere poi a livello regionale. Si tratta in sintesi di dare una fisionomia alle cosiddette Uccp (Unità complessa di cure primarie), perché finora in Lombardia non si è mai andati oltre le Aft monoprofessionali (cioè con i soli medici di famiglia): come recita l’accordo, l’obiettivo dovrà essere quello di organizzare le Aft perché facciano tutte capo a una Uccp, comprese «le strutture/articolazioni organizzative già individuate in Lombardia dalla legge regionale 23/2015», come Pot e Presst.
La novità più importante, tuttavia, riguarda la diagnostica di primo livello: l’accordo, infatti, autorizza i medici di famiglia a effettuare nei loro studi alcune «prestazioni diagnostiche, anche in telemedicina», a beneficio dei propri assistiti con Pai redatto e validato (dunque, potranno usufruire di tale possibilità soltanto i pazienti cronici che hanno aderito al Piano regionale e che sono “scelte” del curante, cioè risultano a suo carico). L’elenco di tali prestazioni comprende ecg, monitoraggio h24 della pressione arteriosa, spirometria semplice, ecografie, eco(color) dopplergrafia, esame del fundus oculi ed esami ematochimici eseguiti con metodologia Poct (Point of care testing: colesterolo hdl, emoglobina glicata, trigliceridi, gamma glutamil transpeptidasi eccetera).
L’erogazione di tali prestazioni, specifica l’intesa, «sono vincolate alla programmazione delle Ats» e non devono generare «duplicazione di costo per il Servizio sanitario regionale». Quanto alla remunerazione, si applicherà il «vigente nomenclatore regionale della specialistica ambulatoriale», così come previsto dalla dgr XI/1046 del 17 dicembre scorso (dove, al comma 1.4.1.7, era già stata ufficializzata l’apertura ai mmg della diagnostica di primo livello). Ovviamente, i medici che vorranno erogare tali prestazioni dovranno disporre dei «requisiti strutturali, tecnologici e di appropriatezza degli spazi» così come di quelli «professionali dell’operatore, secondo quanto previsto dalla normativa vigente in materia».
Soddisfazione per i contenuti dell’intesa da Fimmg Lombardia, che accoglie positivamente anche la scelta della Regione di puntare sui mmg per incrementare le soglie di copertura della vaccinazione antinfluenzale. «Bene anche l’accelerazione sulle Uccp» osserva Gabriella Levato, segretario regionale del sindacato «è ancora presto per capire verso quali modelli si orienterà la Regione ma di certo non si andrà verso aggregazioni tipo le Case della Salute, qua vige tutta un’altra filosofia».
Quanto alla diagnostica di primo livello negli studi dei mmg, Levato sgombra il campo dal timore che l’intesa possa generare conflittualità con le farmacie. «Non abbiamo fatto altro che applicare lo stesso orientamento che la Fimmg sta perseguendo al tavolo del Ministero sulla sperimentazione della farmacia dei servizi» spiega «il nostro obiettivo è quello di evitare da un lato inutili duplicazioni sul territorio e dall’altro agevolare la collaborazione tra medici e farmacisti nel rispetto dei reciproci ruoli e competenze. Questo significa che al mmg resta la prescrizione delle prestazioni diagnostiche, mentre la loro erogazione verrà definita in base alle esigenze dei territori e secondo il principio della complementarità».
Chiarisce il concetto Roberto Carlo Rossi, presidente di Snami Lombardia: «Sulla diagnostica l’intesa non fa altro che offrire ai medici di famiglia un’opzione, ma sono convinto che non saranno in molti a sfruttarla davvero. Soprattutto nelle aree rurali, dove parecchi generalisti fanno già molta fatica a gestire più studi sparsi in vari paesini. Per molte farmacie, quindi, c’è spazio per organizzarsi e concertare con questi medici l’offerta di servizi che verrebbero incontro anche alle necessità delle popolazioni locali». In ogni caso, per Rossi il primo fronte di collaborazione che medici e farmacie dovrebbero esplorare a fondo è quello dell’aderenza alla terapia: «Il progetto di Federfarma Lombardia sul pilloliere (per la ripartizione in dosi, ndr) è estremamente interessante e aiuterebbe molto anche il lavoro del medico. Su questo tipo di servizi troveremmo subito una collaborazione che sarebbe di grande beneficio per i pazienti».
«La convenzione integrativa dei mmg lombardi non pregiudica la farmacia dei servizi, alla quale lavoriamo da tempo giorno dopo giorno» è il commento finale della presidente di Federfarma Lombardia, Annarosa Racca «ma anzi pone le basi perché le due professioni comincino a organizzarsi sul territorio, Ats per Ats, con l’obiettivo di offrire agli assistiti – cronici e non – un sistema di cure territoriali strutturato e coerente. Infine, accogliamo con favore anche le misure in materia di vaccinazioni: sarà un ulteriore stimolo perché venga estesa a tutta la Regione la fornitura dei vaccini da parte delle farmacie del territorio».