Un sentito omaggio ai farmacisti che, in tre mesi di lock down, si sono prodigati infaticabilmente per i loro compaesani. E’ quello che tributa oggi il quotidiano lodigiano Il Cittadino con un lungo servizio corredato delle foto raccolte direttamente dalle farmacie nelle settimane scorse. «I farmacisti del lodigiano, in azione dietro il loro bancone» è l’incipit dell’articolo «in questi 3 mesi di pandemia, sono stati presi d assalto da chiamate su chiamate su chiamate, da parte dei medici di famiglia a caccia delle bombole per far respirare i loro pazienti. E anche da parte dei cittadini, in cerca disperata di mascherine, guanti e gel disinfettante». Seguono le testimonianze dirette di alcuni titolari, che ripercorrono i momenti più difficili dell’isolamento. «Nei primi giorni di zona rossa abbiamo dovuto riorganizzare l’accesso dei clienti alla farmacia» spiega Beppe Maestri della farmacia Navilli di Codogno «importante è stata la rete di contatti telefonici che si è spontaneamente creata tra tutti i farmacisti della zona».
«Ci siamo trovati a dover reperire ingenti quantità di bombole per sopperire al bisogno soprattutto nei fine settimana, quando le ditte per la consegna domiciliare non erano operative» ricordano Dario Castelli e Adriana Botti, referenti di Federfarma Milano per il lodigiano «i medici di base ci chiamavano, cercavano disperatamente delle bombole per i loro pazienti. Ogni farmacista telefonava all’altra per capire se ce ne fossero da qualche parte».
«Le persone» riferiscono altre testimonianze «ci lasciavano i soldi sui gradini con tanti cartelli, pieni di grazie e di cuori. Biglietti che conserveremo per sempre. Alcuni ci lasciavano fuori dalla porta anche uova, caramelle e biscotti». «Nella prima fase della pandemia» commenta Massimo Ponti, titolare a Casale «le farmacie hanno scelto di effettuare turni di notte aggiuntivi, anche grazie alla collaborazione con Ats. È stata una grande prova di spirito di servizio: nessuno si è tirato indietro in un momento di emergenza come questo».