Le farmacie lombarde non rileveranno all’ingresso la temperatura corporea dei clienti perché i termometri a contatto o scansione sono irreperibili e i farmacisti devono rispettare le distanze minime interpersonali. E’ quanto scrivono Federfarma e Ordini dei farmacisti della Lombardia in una comunicazione congiunta diffusa domenica dopo l’ultima ordinanza emanata dalla Regione per l’emergenza epidemica. Il provvedimento, emanato sabato, impone che «edicole, farmacie e parafarmacie» assicurino il rispetto della distanza di un metro tra le persone e limitino l’accesso a un solo individuo per nucleo familiare («salvo comprovati motivi di assistenza ad altre persone»). In più, la disposizione «raccomanda» a supermercati e farmacie «di provvedere alla rilevazione sistematica della temperatura corporea ai clienti e ai dipendenti in servizio sul luogo di lavoro», così come «a tutte le persone intercettate dalle verifiche delle Forze dell’ordine e della Polizia locale».
Per Federfarma e Ordini della Lombardia, però, quest’ultima indicazione è inapplicabile per l’indisponibilità di strumenti che consentano di effettuare misurazioni a distanza. Ai clienti in entrata, dunque, non potrà essere rilevata la temperatura, mentre i collaboratori della farmacia provvederanno a casa propria, prima di uscire per recarsi al lavoro, e autocertificheranno la loro temperatura (meno di 37,3 °C) con un modulo predisposto allo scopo da Federfarma e Ordini, che il farmacista titolare (o il direttore della farmacia) dovrà conservare.
La comunicazione delle due organizzazioni di categoria, inoltre, fornisce chiarimenti anche a proposito di un’altra delle disposizioni contenute nell’ordinanza regionale, quella relativa alla chiusura dei distributori automatici h24 che distribuiscono bevande e alimenti. «A scanso di equivoci» scrivono Federfarma e Ordini, le farmacie devono rimuovere dalle proprie vending machine «eventuali bevande e alimenti, ma gli apparecchi possono rimanere attivi per gli altri prodotti, come i profilattici».