Si avvicina il giro di boa per la prima edizione del Master in gestione dell’azienda farmacia promosso da Iulm in partnership con Federfarma Milano: tra un paio di settimane si concluderà il primo trimestre del corso, imperniato su lezioni in aula full time, cui seguirà da settembre il trimestre di attività pratica in farmacia, e per Paolo Bertozzi, direttore didattico del Master e partner di TradeLab, è già tempo di bilanci: «Da questa prima parte di programma» spiega a FPress «emerge con chiarezza che l’interesse principale dei partecipanti è quello di arrivare a padroneggiare strumenti e indicatori economico-finanziari che consentono di valutare le performance commerciali della farmacia. Mi riferisco in particolare al bilancio aziendale, che usato nel giusto modo può diventare la lente con cui leggere lo stato di salute dell’impresa».
Il programma del Master metteva in particolare risalto anche la gestione delle risorse umane…
Anche questo è stato un tema particolarmente seguito: le regole del buon team management non solo sotto il profilo della leadership, ma anche nella strutturazione delle deleghe, nell’organizzazione degli incentivi. E poi si è dedicata grande attenzione alle leve del marketing, tema che oggi dev’essere pane quotidiano anche per la farmacia.
Quale giudizio dà della preparazione iniziale dei suoi “studenti”?
Difficile rispondere, i partecipanti hanno età e background molto differenti tra loro. Di certo hanno mostrato tutti fin da subito forte interesse, in particolare è parsa evidente la voglia di utilizzare immediatamente gli strumenti che di volta in volta sono stati forniti nel corso del master.
Quanto ha pesato l’entrata in vigore della Legge per la concorrenza sulla partecipazione al corso?
Parecchio direi. Il tema è ritornato in molti degli incontri, dove si è parlato spesso di aggregazioni e di reti. In modo però critico: il bisogno è innanzitutto quello di comprendere e valutare; si vuole capire se è possibile farcela anche da soli, quali sono i parametri per scegliere l’aggregazione più adatta, quali elementi considerare per selezionare le proposte di valore.
Durante le lezioni avete ospitato diversi manager di aziende del settore: Curaden, Nestlé, Sanofi, Doc Generici, Uriage. Come sono stati accolti questi interventi?
Confrontarsi con le aziende è sempre importante, anche in questo caso poi i farmacisti hanno valutato criticamente ogni contributo e non tutte le relazioni hanno avuto lo stesso livello di apprezzamento. Per me è una cosa positiva: siamo davanti a una generazione di professionisti che ha alzato l’asticella del valore. Dal canto notro, cerchiamo di diffondere il messaggio che il rapporto con le aziende non più essere impostato su un piano soltanto muscolare, serve una negoziazione win-win che guardi ben al di là del solo fattore prezzo.
Ora le ultime settimane di lezioni e da settembre il trimestre di attività pratica…
Sì, in sostanza saranno tre mesi di stage di project working in aziende e farmacie: il 55% ha scelto di farlo in farmacia, gli altri in un’azienda del comparto produttivo o in un network. E anche questo è indicativo: c’è voglia di maturare un’esperienza ad ampio spettro, di osservare e imparare da prospettive differenti. E’ senz’altro un valore anche questo.