«I farmacisti che avvertono l’esigenza di integrare le proprie conoscenze frequentando corsi o master sulla gestione d’impresa appartengono a un’illuminata minoranza. Attenzione però, per costoro il difficile viene dopo: perché, quando tornano in farmacia, lasciano che la quotidianità riprenda il sopravvento e finisce che a volte quanto appreso se ne rimane in un cassetto». L’avvertimento è di Damiano Marinelli, consulente di marketing e di gestione della farmacia: ospite del Master promosso da Iulm in partnership con Federfarma Milano, Marinelli è salito in cattedra per una giornata e ha offerto agli studenti del corso una lezione sul buon governo dell’azienda farmacia.
Marinelli, dal suo osservatorio: con la Legge sulla concorrenza quanto è cresciuta la propensione dei farmacisti a inserire nel proprio bagaglio professionale strumenti e conoscenze in materia di management e gestione?
La mia impressione è che ci sia una larga fetta di titolari che neanche si pongono il problema. Poi ci sono quelli che, invece, sentono la necessità di aggiornarsi in materie che riguardano marketing e gestione, ma sono meno degli altri.
Di anno in anno, diventeranno sempre di più…
Non è detto. Il rischio che vedo per questi farmacisti è quello che una volta tornati in farmacia lascino sulla carta una buona parte di quanto appreso in master e corsi.
Perché?
In farmacia la quotidianità prende il sopravvento e così si rinuncia ad applicare quanto imparato. Non dimentichiamoci che spesso in farmacia c’è un team che non solo non lavora come un corpo unico, ma per di più comprende familiari o parenti. Per capirci: il figlio del titolare va a fare il master, se ne torna in farmacia e propone al padre di fare diversi cambiamenti e il genitore si tira indietro, perché ha paura o teme di rompere equilibri consolidati.
Vale anche per il Master dello Iulm?
Si tratta di un’iniziativa di grande spessore, che tra le altre cose conferma la capacità di Federfarma Milano di guardare lontano, come dovrebbero fare anche altre associazioni. Ma proprio per questo, il mio augurio è che alla fine del corso i padri consentano ai propri figli di mettere in pratica quanto appreso. Non abbiano paura di dare spazio, sono convinto che per due-tre anni ancora la farmacia si può ancora permettere di incappare in qualche errore.
Un rischio calcolato?
Una strategia didattica. Di recente sono stato in un negozio Decathlon di recente apertura: mi sono accorto che alle casse c’erano soltanto neoassunti, tutti in forte difficoltà. Ho chiesto perché non chiamassero un responsabile, mi hanno risposto che l’azienda lo aveva vietato espressamente. Dovete imparare a cavarvela da soli, era la filosofia, e un dipendente formato a usare il proprio cervello vale anche la perdita di qualche cliente insofferente.
E la classe del Master? Che impressione le ha fatto?
Tutti molto entusiasti, qualcuno però senza consapevolezza del presente. Diversi di loro non soltanto non sanno a quanto ammonterà la spesa sanitaria nel 2018 e dunque quanto spenderà per farmaci il Ssn. Non conoscono neanche i numeri della loro stessa farmacia. Oggi queste lacune non sono più compatibili con la gestione dell’azienda farmacia.