Hanno perso tutto ma hanno subito trovato l’aiuto e la solidarietà delle farmacie milanesi le 70 famiglie lasciate senza casa dall’incendio che domenica scorsa, 29 gennaio, ha devastato il grattacielo Torre dei Moro di via Antonini. Le immagini del rogo sono finite sulle prime pagine di tutti i giornali nazionali, che hanno dedicato ampio spazio anche alle storie degli sfollati: per fortuna tutti gli abitanti sono riusciti a mettersi in salvo per tempo, ma la maggior parte di loro ha visto andare in fumo non solo la casa e i propri averi, ma anche documenti e oggetti di uso quotidiano. Medicinali compresi.
Per fortuna ci sono i farmacisti. Come Massimo Mele, titolare di farmacia proprio nel quartiere in cui sorgeva il grattacielo, di 18 piani. «Quella domenica ero a Brescia» racconta a FPress «appena ho sentito alla radio dell’incendio ho preso la macchina e sono tornato a Milano. Mi preoccupavano gli effetti di eventuali distacchi della rete elettrica sui frigoriferi della farmacia, quando sono arrivato però ho capito che la prima urgenza era assistere i residenti della Torre». L’indomani, così, Mele ha aperto non appena i Vigili del Fuoco gli hanno dato il nulla osta: «La farmacia si è subito riempita: avevano passato tutti la notte all’adiaccio, mentre pompieri e Protezione civile domavano l’incendio. C’era chi aveva perso le sue medicine, chi non aveva più le ricette o il piano terapeutico, chi era sotto shock e non ricordava più i farmaci che assumeva. Molti avevano il medico curante ancora in vacanza».
La farmacia si è fatta subito in quattro: «Ci siamo messi in contatto con l’Ats per ricette e documenti» spiega Mele «ma abbiamo anche provato a metterci nei loro panni per capire come essere di aiuto. Ci siamo così resi conto, per esempio, che c’era il problema dei tamponi: abbiamo contattato l’associazione titolari di Milano e il sindacato ci ha subito messo a disposizione 400 test a titolo gratuito, la metà a noi e il resto all’altro presidio di zona, la Farmacia Vigentina. Ma sono arrivate anche altre donazioni: la Farmacia Seguro di Settimo Milanese, per esempio, ha regalato un centinaio di flaconi di igienizzante».
Altro aiuto importante, quello economico. «Stiamo parlando di famiglie che hanno perso tutto» ricorda Mele «e contrariamente a quanto hanno scritto alcuni giornali, in quel grattacielo non viveva gente ricca. I residenti hanno aperto un conto corrente per raccogliere contributi e donazioni (Aiuto Subito per Antonini 32/34, iban IT85 V050 3401 7520 0000 0009 413, ndr) al quale ho subito partecipato non potendo regalare i farmaci che dispensavo per ragioni fiscali. Lo stiamo anche diffondendo tra colleghi e cittadini (Federfarma Milano ha diramato ieri una circolare, ndr) per invitare a donare».
Ma l’incendio ha anche suggerito a Massimo Mele iniziative di più ampio respiro. «Non appena sarà possibile avvieremo le pratiche per fare della farmacia uno sportello Rao, ossia verificatori dell’identità digitale Spid. In questo modo, le famiglie della Torre dei Mori avranno la possibilità di recuperare i loro documenti, accedere al fascicolo sanitario e via di seguito». Un’idea che riporta alla missione sociale della professione: «Credo fermamente in una farmacia che è il presidio sanitario più facilmente raggiungibile è che è al servizio della comunità» conferma Mele «questa è l’immagine della farmacia che preferisco, non quella delle catene del capitale votate esclusivamente al mercato».