E’ la gestione delle cronicità la sfida più importante con cui oggi deve fare i conti il Ssn e le autonomie differenziate che rivendicano Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna possono diventare catalizzatori del cambiamento in una Sanità vicina al collasso. E’ il quadro dipinto dalla terza edizione della Winter School di Motore Sanità, l’appuntamento congressuale che ogni anno chiama attori della sanità e politici a discutere di salute, farmaci e assistenza. Ospitato a Como giovedì 31 gennaio e venerdì 1 febbraio, l’evento ha toccato il suo punto di maggiore animazione con l’intervento dell’assessore al Welfare, Giulio Gallera, che ha dipinto un Ssn in particolare difficoltà: «La congiuntura attuale è negativa» ha detto «pesa la mancanza di adeguate risorse economiche, vengono stanziati pochi fondi a livello nazionale, gli investimenti sono scarsi. In più ci sono regole complicate per assumere nuovo personale, peraltro in una situazione di carenza di medici e specialisti. Tutto questo porta a ridurre la capacità di fornire risposte alla popolazione». Urge quindi imboccare nuove strade, come ha fatto la Regione con la riforma sanitaria e il modello lombardo sulla cronicità: «La nostra riforma è una sfida» ha detto ancora Gallera «l’obiettivo è quello di cercare di seguire da vicino i pazienti più fragili, di aiutarli con gli esami, le prenotazioni, le liste d’attesa, per rendere più efficiente l’intera macchina della sanità e ridurre le code e gli sprechi».
In questo contesto, il processo per le autonomie differenziate rappresenta una tappa obbligata per far emergere eccellenze e modelli virtuosi: «Non si può continuare a emanare norme sulla patologia del sistema» ha detto Domenico Mantoan, direttore generale Sanità e Sociale della Regione Veneto «le autonomie differenziate sono ormai un processo ineluttabile e già nei prossimi giorni verranno firmati gli accordi con il Governo».
Quanto ai problemi del Ssn, dalle liste d’attesa alla presa in carico dei pazienti, un contributo decisivo può arrivare dalle farmacie. Lo ha ricordato Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia, che nella sua relazione ha ricordato ciò che gli esercizi dalla croce verde stanno già facendo o vorrebbero fare per quei pazienti fragili da seguire e assistere di cui parlava Gallera: tra le cose già messe in campo c’è la stampa del promemoria cartaceo, che snellisce il percorso del paziente; tra i progetti in cantiere, c’è invece il pilloliere, che aiuterà l’assistito a gestire le politerapie e assumere i farmaci nel corso della giornata senza errori o dimenticanze. «In più» ha detto Racca «aspettiamo l’attivazione del dossier farmaceutico da parte di Lombardia Informatica, che consentirebbe al farmacista di lavorare proattivamente sull’aderenza terapeutica in sintonia con i gestori delle cure».
Hanno messo in luce il contributo che le farmacie del territorio possono fornire alla sanità anche gli interventi di Attilio Marcantonio, presidente di Federfarma Como, e Manuela Bandi, direttrice della Fondazione Muralti (l’ente di Federfarma Milano che gestisce la formazione degli associati): Marcantonio, in particolare, ha ricordato il ruolo che i presidi dalla croce verde possono recitare nella gestione del paziente cronico, dall’aderenza alla terapia all’appropriatezza, dalla fornitura di device di autoanalisi all’erogazione di prestazioni di telemedicina. Bandi, invece, ha illustrato l’esperienza della campagna di screening sul fumo Spegnila e respira, organizzata nella primavera scorsa da Federfarma Milano in collaborazione con Adakta e Istituto nazionale dei Tumori: circa 1.300 i questionari raccolti, che hanno permesso di individuare 986 fumatori “dipendenti” (527 donne e 459 uomini), tra i quali 303 persone con dipendenza molto alta e 123 con dipendenza media.
Al convegno è intervenuto anche il presidente di Federfarma nazionale, Marco Cossolo, che ha ricordato le istanze della farmacia per una nuova remunerazione.