La collaborazione tra farmacie e micro-team, il modello organizzativo delle cure primarie sostenuto dalla Fimmg, si può costruire soltanto con il dialogo e il confronto tra farmacisti titolari e medici di famiglia. Ne è convinta Paola Pedrini, da poche settimane segretario regionale di Fimmg Lombardia, che a FPress spiega quale sarà la linea del suo sindacato in questa parte d’Italia.
L’altro ieri, in un’intervista a FPress, il segretario nazionale della Federazione, Silvestro Scotti, ha detto che il modello dei micro-team nasce per assicurare equità di prestazioni a tutti gli assistiti, anche dove le Case della Salute non possono arrivare. Vale anche per la Lombardia?
Certamente. E’ impensabile che un territorio così eterogeneo come quello lombardo possa essere coperto integralmente dalle aggregazioni complesse. I micro-team sono la soluzione per dare alle Cure primarie un’organizzazione minima che ne assicuri comunque il potenziamento.
Scotti ha anche detto che farmacie e micro-team dovrebbero collaborare a livello locale in una logica di complementarità…
E’ così. E’ fondamentale che farmacie e medicina di famiglia si parlino per trovare assieme un’organizzazione che eviti inutili sovrapposizioni ma piuttosto favorisca l’integrazione: inutile che si facciano entrambi le stesse cose, meglio invece organizzarsi per fare entrambi cose diverse che siano utili ai nostri pazienti. E’ ciò che intendo fare in Lombardia già dai prossimi giorni.
Il timore dei farmacisti è che ci si metta a un tavolo per parlare di complementarità ma poi si finisca a discutere di marginalità, con i medici che decidono quello che vogliono fare loro a le farmacie ad accontentarsi di ciò che resta…
Ma proprio per questo è fondamentale che si parli da subito: vogliamo conoscere la progettualità già avviata dalle farmacie per disegnare una collaborazione che sia soddisfacente per tutti.