Il modello con cui la Lombardia ha declinato la presa in carico del paziente cronico «rappresenta l’unico percorso possibile per la tenuta del sistema sanitario». E’ il messaggio che arriva dal convegno organizzato ieri a Milano dalla Regione per fare il punto sulla riforma a un anno dal via al nuovo sistema, imperniato su gestori e Pai, i Piani di assistenza individuale (già sottoscritti finora dal 10% circa dei tre milioni di cronici residenti in Lombardia) che definiscono percorsi e programmi di cura. «Il sistema regionale sta lavorando con grande coraggio e coralità» ha detto nel suo intervento l’assessore al Welfare, Giulio Gallera, della Regione Lombardia «siamo tutti consapevoli della portata storica del nostro lavoro, per continuare a garantire cure appropriate, gratuite e puntuali a tutti i nostri concittadini».
Barra avanti tutta dunque, anche perché tra breve la riforma riceverà nuovo impulso dall’allineamento dei sistemi informatici che regolano l’attività dei medici di base e quelli ospedalieri. Diventerà dunque più agevole integrare il Piano di cura del paziente con le prestazioni diagnostiche e specialistiche erogate dalle strutture di secondo livello. «Il governo della cronicità» ha detto ancora Gallera «richiede una forte integrazione della rete dei servizi, anche per assicurare il monitoraggio dell’aderenza terapeutica. Il nostro modello, che pone l’attenzione sulla persona e sui suoi bisogni, evita il sovrapporsi e le duplicazioni di visite e prestazioni attraverso la regia di un clinical manager che sappia individuare il percorso più efficace e adeguato per ogni paziente».
Di grande rilievo, rispetto agli obiettivi del piano, anche la partecipazione delle farmacie del territorio, che nel corso del convegno sono state citate più volte per il valore rappresentato dalla prossimità al paziente cronico. Ha passato in rassegna i servizi che i presidi dalla croce verde già forniscono ai pazienti cronici la presidente di Federfarma Lombardia, Annarosa Racca: in testa c’è la stampa del promemoria, che dalle prossime settimane verrà progressivamente allargata alle altre Asst lombarde nella versione implementata, dove basterà la tessera sanitaria per consentire al farmacista di risalire alla prescrizione del medico curante.
Nel suo intervento, la presidente Racca ha anche ricordato la sperimentazione sull’aderenza terapeutica in corso a Monza e il servizio per il ritiro dei referti avviato di recente dall’Asst Rhodense. L’obiettivo è quello di snellire percorsi e tempi di attesa dei pazienti cronici facendo leva sulla capillarità delle farmacie, ha detto Racca, esattamente lo stesso principio che è alla base dell’intesa con la Regione sulle farmacie rurali «microerogatrici» di prestazioni nell’ambito della presa in carico del cronico e del progetto – del quale è capofila Federfarma Brescia – per la certificazione delle procedure seguite dalle farmacie nell’espletamento di prestazioni come la telemedicina. «Siamo lo sportello del Ssn più vicino al malato cronico» ha concluso la presidente Racca «i servizi sul territorio non possono fare a meno di noi. Vogliamo far fare un salto di qualità al patto che già lega le farmacie lombarde al servizio sanitario regionale».
All’evento sono intervenuti i rappresentanti di diverse Regioni, tra i quali la vicepresidente e assessore alla Salute della Liguria, Sonia Viale. Nel suo intervento, ha spiegato di avere preso ispirazione dalla Lombardia per la sua delibera sulla dpc in vigore da poco più di un anno, con i dovuti adeguamenti alle specificità e caratteristiche della sua regione.