Sono quasi 258mila i cronici lombardi che finora hanno richiesto di aderire alla presa in carico, la riforma basata su gestori ed erogatori che la Regione ha lanciato dall’inizio dell’anno. Ammontano invece a poco più di 140mila i malati che hanno compilato il Pai, il Piano di assistenza individuale che definisce per un anno percorso di cura ed esami da effettuare, e a circa 58mila quelli che l’hanno fatto da febbraio, dopo aver ricevuto la lettera-invito della Regione (gli altri erano già stati arruolati con la sperimentazione precedente sui Creg). I numeri arrivano dalla conferenza stampa con cui l’altro ieri l’assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, ha tracciato un primo bilancio della riforma. Che dice che ancora da fare: su una popolazione di oltre tre milioni di malati cronici, ha aderito alla presa in carico circa l’8% dei potenziali destinatari, una quota che a Milano e provincia scende al 6%.
In chiaroscuro anche i dati sulla partecipazione dei medici di famiglia: ha aderito alla riforma in qualità di gestore o co-gestore un mmg su tre, anche se i tassi variano sensibilmente da Asl ad Asl: a Milano e Pavia si fermano al 32%, all’Azienda sanitaria Valpadana arrivano al 79%. E questi sono numeri ancora più importanti dei precedenti, perché i dati dimostrano che la riforma cammina sulle gambe dei medici di mg: sui 140mila Pai compilati finora, 139mila circa arrivano dai generalisti che si sono fatti gestori e poco più di mille dagli ospedali. «Dobbiamo agganciare i medici di famiglia o la riforma resterà incompleta» ha ammesso alla stampa Gallera «comunque i numeri sono positivi, siamo ancora in rodaggio».
«Laddove la medicina generale è organizzata» ha commentato dal canto suo Gabriella Levato, segretario regionale di Fimmg Lombardia «i medici rispondomo prontamente e con competenza, organizzandosi in cooperative. Si può dire che la presa in carico sia partita solo da metà marzo, data in cui sono stati firmati i primi Pai. Cresciamo di oltre mille Pai al giorno, numeri ancora non importanti ma in crescita esponenziale. Esistono sicuramente criticità che vanno affrontate, per esempio la creazione del centro servizi in house alla medicina generale (il centralino che deve gestire visite ed esami degli assistiti, ndr) o l’attuazione degli accordi sulle prenotazioni da contrattualizzare con tutta la filiera degli erogatori sia pubblici che privati». Per superarli, Gallera ha annunciato tavoli e incontri con le organizzazioni dei medici di famiglia. L’obiettivo prioritario ora è quello di incrementare rapidamente le loro adesioni come gestori.