Si è ridotta da ieri a circa un quarto, da 170 a poco più di 40 centri, la rete degli hub lombardi che vaccinano contro covid. La ristrutturazione, come spiega la Regione in una nota, è legata alla prossima chiusura dell’emergenza pandemica – annunciata per fine mese – ma anche ai numeri della campagna lombarda: «La copertura attuale» ha scritto ieri in un tweet l’assessore al Welfare della Regione, Letizia Moratti «ammonta al 91% della popolazione con più di 5 anni per la prima dose e all’89% per il ciclo primario completato. Poi ci sono 6,8 milioni di dosi booster somministrate, che ci permettono di riorganizzare in tranquillità i centri vaccinali».
Gli hub che ieri hanno cessato l’attività sono 130 e per compensare la Regione ha già dato indicazione alle At di allargare il coinvolgimento di farmacie del territorio e cooperative dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta. Così, scrive ancora Moratti, «si liberano medici e infermieri per la ripresa a pieno regime dell’attività ordinaria».
Dall’inizio della campagna, prosegue l’assessore, sono stati somministrati 23,5 milioni di dosi, grazie alla partecipazione di medici, infermieri, assistenti sanitari, personale tecnico e amministrativo e ostetriche (per le donne in gravidanza). Hanno contribuito, conclude Moratti, «fino a 7.515 persone a settimana, che hanno lavorato fianco a fianco con i volontari della Protezione Civile e le donne e gli uomini delle Forze Armate per proteggere i cittadini lombardi e permettere alla nostra Regione di uscire progressivamente dall’emergenza».
Le farmacie del territorio sono state coinvolte dall’inizio di novembre e hanno somministrato in quattro mesi oltre 250mila dosi di comirnaty, per la dose booster. «La chiusura di tre quarti degli hub lombardi e lo spostamento del baricentro della campagna sulle farmacie» aggiunge la presidente di Federfarma Lombardia, Annarosa Racca «è un altro segnale dell’ampia considerazione che la Regione continua a rivolgere alla rete dei presidi farmaceutici».