Cala da 30 a 15 euro la quota massima di “superticket” che i lombardi dovranno pagare per esami e prestazioni del servizio sanitario. E’ uno dei primissimi provvedimenti varati dal neopresidente della Regione Attilio Fontana (foto), impegnato ieri mattina nella prima seduta di giunta della legislatura: la disposizione, a dire il vero, era già stata approntata dal suo predecessore, il governatore uscente Roberto Maroni, ma era stata “congelata” con l’avvicinarsi delle elezioni regionali. A beneficiarne, dicono le stime, saranno 1,5 milioni di lombardi, mentre i mancati introiti costeranno al bilancio pubblico circa 25 milioni di euro all’anno.
Per superticket, come si ricorderà, si intende la quota di compartecipazione introdotta con la Manovra 2011 dall’allora ministro delle Finanze Giulio Tremonti. La Lombardia recepì il provvedimento optando per un sistema di compartecipazione progressiva legata al valore delle prestazioni prescritte, fino a un massimo di 30 euro (che ora diventano 15) sulle ricette che “costano” al Ssn più di 36 euro. «Il dimezzamento del superticket» ha commentato Fontana «è una misura importante che va nella direzione di rendere sempre più lieve il già leggero peso fiscale della nostra Regione. Sono soddisfatto, con questo provvedimento miglioriamo la vita dei cittadini lombardi e diamo risposte concrete».
L’assessore alla Salute, Giulio Gallera, ha ricordato dal canto suo i 70 milioni di euro che la Regione già spende per finanziare le esenzioni di cui godono i lombardi e che si aggiungono a quelle nazionali: non pagano il ticket gli assistiti fino a 14 anni, gli adulti in condizione di particolare fragilità, disoccupati e cassintegrati e, dal 2015, i cittadini con reddito familiare fiscale annuale non superiore a 18mila euro (più i familiari a carico).