Per scongiurare la paventata decimazione delle farmacie rurali servono proposte concrete, che magari traggano ispirazione dalle esperienze regionali più promettenti. E’ la considerazione con cui Clara Mottinelli, presidente del Comitato rurale della Lombardia e di Federfarma Brescia, risponde all’allarme lanciato domenica da Silvia Pagliacci, presidente nazionale del Sunifar. Tra fatturati che diminuiscono e gestioni sempre più onerose, spiega in un’intervista all’Ansa, un migliaio di farmacie rurali correrà presto il rischio di chiudere, quasi una su sette visto che in tutto il Paese sono 6.800 gli esercizi ubicati nei comuni sotto i 5mila abitanti.
A gravare sul futuro delle farmacie rurali, è l’analisi della presidente del Sunifar, sono il calo dei fatturati per genericazioni e distribuzione diretta, lo spopolamento dei piccoli centri di abitanti e medici di famiglia, tasse e costi di gestione in continua crescita. Cui va aggiunta la mancata rivalutazione del sussidio riconosciuto dal Ssn alle farmacie ubicate nei comuni sotto i 3mila abitanti, ancora fermo ai valori del ’69.
Nella sua analisi, Pagliacci elenca i problemi senza però mettere sul tavolo proposte e progetti con cui invertire la tendenza. Colma la lacuna la presidente Mottinelli, che in una nota diffusa ieri elenca tre proposte che il sindacato potrebbe sostenere nei confronti di Governo e Regioni: per prima cosa, avrebbe effetti senz’altro positivi l’adozione di «sconti agevolati sul fatturato Ssn delle farmacie rurali, al netto dell’Iva e dell’integrativa»: si tratta, ricorda Mottinelli, delle stesse agevolazioni che la Regione Lombardia riconosceva alle farmacie del territorio prima che entrassero in vigore le disposizioni della Legge di Bilancio sulle nuove modalità di computo del fatturato, modalità che priveranno le farmacie rurali bresciane di oltre 900mila euro annui di agevolazioni.
La seconda proposta che Mottinelli mette sul tavolo è quella di aprire una corsia preferenziale per le farmacie rurali nella presa in carico dei pazienti cronici. E’ esattamente quanto prevede il modello lombardo sulle cronicità, dove alle piccole farmacie viene riconosciuto il ruolo di “micro-erogatori” di servizi e prestazioni. «Ho già avuto un incontro in Regione Lombardia con gli assessori al Welfare Giulio Gallera e al Bilancio Davide Caparini» spiega Mottinelli «affinché si creino le condizioni per avviare questo progetto su tutte le farmacie rurali del nostro territorio. In questo modo, prestazioni come l’elettrocardiogramma e l’holter pressorio e cardiaco in telemedicina potranno essere effettuate nelle farmacie lombarde a beneficio di ipertesi e gli scompensati. E’ un modello che lo scorso anno era stato lanciato nel valtellinese e nel comasco e oggi potrebbe essere applicato in tutte le aree rurali e periferiche della Regione».