Le farmacie non possono stipulare convenzioni con banche, aziende o fondi integrativi che prevedano sconti differenziati sui farmaci a favore degli iscritti, dei soci o dei clienti. E’ l’indicazione che arriva da Federfarma Lombardia in seguito alle richieste di chiarimento provenienti da diversi associati. Le leggi 214/2011 e 27/2012, ricorda il sindacato regionale, consentono alle farmacie di praticare sconti sui farmaci (con e senza ricetta) a condizione che la clientela sia adeguatamente informata, che i ribassi «siano praticati a tutti gli acquirenti», senza distinzioni, e infine che in caso di acquisto di farmaci di fascia A il cliente «paghi direttamente e per intero».
Le norme vigenti, è dunque la conclusione di Federfarma Lombardia, non consentono alle farmacie di stipulare convenzioni che prevedono sui farmaci prezzi distinti per specifiche categorie di assistiti. Neanche, conclude la nota, sono consentiti sistemi che, nell’intento di fidelizzare i clienti, discriminano tra gli stessi applicando ai farmaci livelli di sconto differenti.