I numeri sono ancora piccoli, come è per tutte le sperimentazioni che muovono i primi passi. Ma la partenza è già buona, perché gli assistiti mostrano di intuire subito i pregi della novità. Stiamo parlando della stampa del promemoria in farmacia, il progetto sperimentale avviato dall’azienda ospedaliera di Rho, nel nord-ovest del milanese, con l’obiettivo di semplificare le incombenze burocratiche dei pazienti cronici. Gli assistiti che partecipano alla sperimentazione, infatti, non devono più passare dal medico per farsi ripetere la ricetta ma possono rivolgersi direttamente alla farmacia, dopo una semplice telefonata al loro curante. Basta che prima abbiano installato sul loro smartphone l’app realizzata dalla Regione per il progetto: quando rinnova la ricetta, il medico spedisce un codice a barre dal proprio gestionale al cellulare del paziente; questi va in farmacia e mostra tale codice al farmacista, visualizzandolo sullo schermo del telefonino grazie all’app; il farmacista legge il barcode con lo scanner ottico, dal suo gestionale recupera la ricetta sul Siss, il Sistema informavo sociosanitario, e la stampa.
«In una decina di giorni sarà venuta in farmacia una mezza dozzina di persone a farsi spedire la ricetta con smartphone e app» racconta a Pharmacy Scanner Dario Raineri, titolare a Garbagnate (sempre in provincia di Milano) «numeri piccoli dunque ma ci era stato detto: in questa prima fase dell’operazione si lavorerà su numeri piccoli, perché non sono molti gli anziani forniti di smartphone o capaci di usarlo». Le prime esperienze, in ogni caso, non hanno mostrato particolari falle nel sistema: «L’unico appunto» prosegue Rainer «riguarda l’app, perché installarla è complicato. Qualcuno ci ha chiesto aiuto e l’abbiamo fatto, per contro, va detto che chi ha provato il sistema anche solo la prima volta, ha subito apprezzato la comodità e la semplificazione che assicura».
Comodità immediatamente apprezzata anche dagli assistiti di Giovanna Della Vedova, titolare di farmacia a Rho: «Finora le richieste sono state poche, si contano sulle dita di una mano» spiega la farmacista a FPress «ma il gradimento è elevato. Certo l’uso dell’app crea qualche problema a chi non ha dimestichezza con la tecnologia (ma nella seconda fase della sperimentazione, quando la tessera sanitaria prenderà il posto dello smartphone, il problema dovrebbe essere superato, ndr): una persona è entrata in farmacia, mi ha messo in mano il suo telefonino e mi ha detto “faccia lei”». Dalle prime esperienze, poi, sarebbero emersi anche alcune criticità tecniche: «Sembra che non tutti i modelli di scanner ottico riescano a leggere il codice sulla trasparenza dello schermo» osserva la farmacista «e non è un problema di obsolescenza dell’apparecchio: il mio non è recentissimo ma legge tutto, un mio collega ha uno scanner più recente ma ha difficoltà a leggere i codici a barre».
Intanto la settimana scorsa Federfarma Lombardia ha inviato alla Federazione nazionale e alle rappresentanze territoriali del sindacato (associazioni provinciali e unioni regionali) una lettera nella quale illustra in dettaglio i contenuti della sperimentazione, ribadisce una volta di più sulla sicurezza del sistema e invita Federfarma e seguirla. «Con la sperimentazione» scrive in particolare Federfarma Lombardia «i rischi di accaparramento vengono rarefatti. I veri rischi derivano da pratiche già in essere e che giustamente la Federazione tenta da sempre di contrastare, quali la trasmissione dei promemoria tramite e-mail o messaggi ovvero da altre pratiche borderline. L’abbinamento della stampa del promemoria con i progetti di aderenza su cui si sta lavorando va nella direzione del mantenimento della libera scelta del cittadino» e proietta la farmacia nel futuro.