La stampa della ricetta in farmacia nelle modalità definite dalla sperimentazione al via da luglio nel rhodense, in provincia di Milano, non incentiverà l’accaparramento delle ricette. Anzi farà l’esatto contrario, la scoraggerà. E’ la precisazione con cui Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia, fuga i timori che i titolari sono soliti mostrare davanti a ogni progetto di dematerializzazione del promemoria.
Presidente, la notizia data ieri da FPress della sperimentazione rhodense ha ridato voce alle solite paure della categoria su accaparramenti e connivenze con i prescrittori. Qual è la sua risposta?
Se la sperimentazione che avvieremo a Rho dal primo luglio suscita così tanta attenzione, vuol dire che tutti ne hanno colto l’innovatività. Quanto ai colleghi che paventano rischi, li invito a leggersi nel dettaglio i contenuti del progetto, perché si renderanno subito conto che la stampa in farmacia della ricetta non favorisce l’accaparramento, al contrario lo ostacola.
Spieghi meglio…
La modalità classica dell’accaparramento è quella in cui il medico dice al paziente di andare nella farmacia tal dei tali perché lì troverà la ricetta già pronta, recapitata di persona dal medico stesso oppure spedita al farmacista per sms o per mail. Non può che essere così: se la prescrizione passa dalle mani dell’assistito, non è più possibile obbligarlo ad andare in una certa farmacia.
E con la vostra sperimentazione?
Nel nostro caso la ricetta transita sempre dal paziente. Nella prima fase, a fare da ponte sarà l’app della Regione Salutile Ricetta: il medico invia un barcode allo smartphone del paziente e questi si reca in farmacia dove il farmacista rileva il codice e stampa la ricetta. Non deve neanche passare dallo studio del medico, e anche se quest’ultimo gli telefonasse per dirgli “vada nella farmacia tal dei tali”, l’assistito è sempre libero di andare dove preferisce: lo smartphone è la chiave per avere la ricetta.
Qualcuno dice che così il medico invierà la ricetta alla farmacia via sms…
Vuol dire che non ha letto il progetto. Non c’è nessun invio della ricetta tramite sms oppure e-mail, il sistema non lo consente.
E nella seconda fase?
Sarà ancora più difficile, perché a quel punto il medico si limiterà ad avvertire il paziente che la ripetizione della ricetta è pronta e quest’ultimo potrà andare nella farmacia che preferisce armato soltanto della sua tessera sanitaria. Anche in questo caso, il prescrittore non avrà alcun elemento di pressione per costringere l’assistito a recarsi in una certa farmacia.
Insomma, accaparramenti molto più difficili…
Proprio così: chi oggi usa il promemoria per “teleguidare” il paziente perde ogni appiglio. Voglio rassicurare tutti, timorosi e scettici: il sistema è stato studiato con la massima attenzione proprio per evitare che si generassero fenomeni di accaparramento. Allo scopo, abbiamo seguito fedelmente linee guida e indicazioni del Garante per la privacy, che infatti nei suoi interventi ha sempre sconsigliato l’invio del promemoria via mail o sms.
E i vantaggi per la farmacia?
Parecchi. Innanzitutto ribadiamo il fatto che i medicinali prescritti dai gestori ai pazienti cronici in carico verranno dispensati soltanto dalle farmacie, come ha detto l’assessore Gallera nel comunicato diffuso ieri. In secondo luogo, si delinea uno scenario in cui il paziente cronico – quello che di solito ha bisogno di ricette ripetute – passerà in farmacia più spesso che dal medico. Le opportunità che si aprono sul tema dell’aderenza terapeutica sono evidenti, e si concretizzeranno in tutta la loro portata quando – tra qualche mese – Lombardia Informatica attiverà il dossier farmaceutico all’interno del Fascicolo sanitario elettronico. Saremo la prima regione ad averlo».