La notizia-bomba sull’acquisizione della farmacia online PillPack da parte di Amazon ha conquistato le pagine di tutti i giornali, italiani e internazionali. Il commento più diffuso su stampa e tv, è che con questa operazione – da finalizzare nella seconda metà dell’anno – Amazon mette piede nel mercato della farmacia. O meglio: mette piede nel mercato americano della farmacia, ma la precisazione non basta a far tirare un sospiro di sollievo ai farmacisti titolari di casa nostra. Perché con l’acquisizione di PillPack, Amazon dimostra che il suo interesse non è per il farmaco in sé, quanto piuttosto per i servizi connessi al farmaco e in particolare i servizi ai pazienti cronici. Pillpack, infatti, è una farmacia online specializzata nel recapito a domicilio di farmaci ripartiti e confezionati in modo personalizzato in base alla terapia: in sostanza, ai pazienti non vengono recapitate confezioni, ma contenitori tipo “dispenser” dai quali escono bustine giornaliere (con tanto di data e ora stampate in bella evidenza) da aprire per assumere giorno per giorno le pillole prescritte. Amazon, in sostanza, non ha comprato “una” farmacia, ha comprato “la” farmacia che fa aderenza terapeutica con pillolieri e recapito a domicilio: l’assistito in multiterapia può attendere comodamente a casa le sue forniture mensili e non ha bisogno di familiari o badanti che gli ricordino quali pillole prendere ogni giorno. Vita e terapie semplificate, paziente più contento. Difficile che assicurazioni sanitarie, fondi e persino sistemi sanitari pubblici non trovino interesse per il servizio. Non a caso, l’operazione di Amazon ha subito attirato l’attenzione di Federfarma Lombardia, che da diversi mesi sta lavorando a un progetto non dissimile. Lo spiega a FPress Luigi Zocchi, segretario del sindacato regionale e presidente di Federfarma Varese.
Zocchi, che cosa pensa del “deal” messo in piedi da Amazon?
E’ evidente che si profilano scenari che invitano le farmacie italiane a ragionamenti approfonditi, altrimenti si rischia di farsi trovare impreparati quando lo tsunami arriverà da noi.
In che senso?
Quello che si è fatto sinora in Italia in materia di vigilanza sull’aderenza alle terapie si è limitato ad alcune patologie e alla raccolta dei dati dai pazienti e da coloro che li hanno in cura con lo scopo di intervenire quando con i vari questionari si rilevasse l’abbandono di qualche terapia. Ora pensiamo di attuare anche in Italia azioni molto più importanti e già ampiamente sperimentate, che si propongono lo scopo di prevenire l’abbandono delle terapie.
E quali sarebbero?
Le ricerche dicono che le casistiche principali di mancata aderenza sono due: il paziente che non passa dalla farmacia a prendere i farmaci perché si dimentica o quel giorno non può – e quindi salta qualche pillola – oppure il paziente che, a casa, con tutti i farmaci che deve assumere, si scorda di prenderne qualcuno oppure li confonde tra loro. Sistemi informatici e collegamenti in rete possono intercettare la prima casistica, non la seconda.
Cosa fare allora?
Se Amazon acquisisce PillPack, è perché ha capito che l’aderenza terapeutica è un tema che trova sempre più sensibili i sistemi sanitari e che i cosiddetti “pillolieri” sono uno degli strumenti più efficaci per semplificare la vita dei pazienti in multiterapia e quindi aiutarli a rispettare le cure. E non c’è soltanto PillPack ad averlo capito. In Francia, per esempio, offrono qualcosa dello stesso genere anche le farmacie della cooperativa Wellcoop, che noi di Federfarma Varese siamo andati a trovare un po’ di mesi fa per capire contenuti e caratteristiche del servizio.
Perché?
Perché riteniamo indispensabile che anche la farmacia italiana faccia lo stesso. E la notizia del deal tra Amazon e PillPack conferma che l’intuizione è giusta. Anzi, se arriviamo per primi Amazon cesserà di essere una minaccia.
Come vi state muovendo?
Nei giorni scorsi, con tempismo che ora si rivela opportuno, abbiamo incontrato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. Tra le altre cose abbiamo fatto anche un cenno al pilloliere e alla possibilità di lanciare una sperimentazione, per valutare fattibilità e vantaggi del servizio. Vorremmo mettere a fuoco un progetto per ottobre, magari da finanziare con i fondi della sperimentazione sulla farmacia dei servizi, anche se ci rendiamo conto che ci sono diverse questioni formali e regolamentari da chiarire. Ci stiamo già ragionando.
Insomma, alle farmacie lombarde PillPack non farebbe più paura…
Esattamente. Se poi teniamo conto che si potrebbero abbinare pilloliere e stampa in farmacia della ricetta, ci ritroveremmo con un sistema che di fatto tutelerebbe il servizio farmaceutico dall’ingresso di operatori esterni. E metterebbe le farmacie lombarde all’avanguardia nel monitoraggio dell’aderenza terapeutica.