Procedono senza ripensamenti, a Bolzano, i piani della Provincia per sostenere il piccolo commercio rurale e valorizzare le comunità montane delegando agli esercizi di vicinato un ampio spettro di servizi tra i quali il Cup e il recapito dei farmaci. A gennaio Federcoop e Consorzio provinciale degli enti locali avevano firmato un protocollo d’intesa che gettava le basi del progetto, nei giorni scorsi un incontro a tre con la Provincia ha fatto il punto della situazione: sono un’ottantina i negozi di montagna complessivamente interessati dall’operazione, una ventina quelli che hanno presentato domanda per essere riconosciuti come Sieg, Servizi d’interesse economico generale (gli altri 60 dovrebbero farlo entro il 10 settembre), e infine una dozzina i negozi che hanno stipulato il contratto d’incarico con la Provincia.
In sintesi, conseguono la qualifica di Sieg i negozi che servono da soli un’unica comunità montana oppure rispettano i requisiti di distanza previsti dal piano. Per accedere ai contributi che la Provincia metterà a disposizione, dovranno garantire almeno due di nove servizi obbligatori e altri due di sei facoltativi, su un totale di 15 servizi. Tra gli obbligatori, come detto, la prenotazione (via telefono o internet) delle visite mediche specialistiche e il recapito dei farmaci: il negozio, in sostanza, fungerebbe da punto di prelievo dei medicinali inviati dalla o dalle farmacie dei paesi circostanti, in pacchi sigiillati e a prova di privacy. Tra gli altri servizi richiesti, la vendita di almeno dieci referenze di prodotti biologici o per celiaci e di altrettante della produzione trentina o del commercio equo e solidale e la disponibilità di un punto wi-fi per la navigazione sul web.
Tra i problemi non ancora risolti, l’accordo con le Poste e i servizi logistici e di trasporto. «Il Sieg è un anello di congiunzione tra negozio e comunità con la compartecipazione dei Comuni e della Provincia» ha detto il consigliere di amministrazione di Federcoop Walter Facchinelli «è un modo rinnovato di vedere la cooperativa come fulcro della comunità». Per il recapito dei farmaci serviranno anche accordi con le farmacie ed è qui che i farmacisti titolari contano di schierare la loro linea di resistenza: il progetto non gode di alcun gradimento nella categoria, difficile che le farmacie accettino di stipulare convenzioni con i negozi rurali o con le cooperative cui appartengono.