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Abruzzo, al via l’accordo sulla dpc. Rivisti i criteri per il fatturato di riferimento

20 Luglio 2018

Sarà la volta buona? Suscita legittimi dubbi la conferenza stampa organizzata ieri dalla Regione Abruzzo per annunciare che, da agosto, entrerà in vigore l’accordo sulla dpc firmato con Federfarma e Assofarm quasi due anni fa. Dalla stipula a oggi diversi intoppi e rinvii, causati da errori nella redazione del bando di gara (per l’acquisto centralizzato dei farmaci del Pht) e prima ancora da alcune scelte poi riviste in materia di logistica. Ora la nuova ripartenza, quella buona ad ascoltare i rappresentanti della sanità regionale e delle farmacie presenti all’incontro con la stampa: l’assessore alla Programmazione sanitaria, Silvio Paolucci; il presidente di Federfarma Abruzzo, Giancarlo Visini; il direttore dell’Agenzia sanitaria regionale, Alfonso Mascitelli; la dirigente del Servizio farmaceutico della Regione, Emanuela Grimaldi, e il direttore della farmacia ospedaliera dell’Asl di Pescara (che farà da capofila), Alberto Costantini. «La dpc» ricorda Paolucci «rientra nel progetto regionale sul nuovo governo della spesa farmaceutica. Eravamo l’unica Regione a non averla ancora avviato, abbiamo recuperato e ora siamo addirittura tra le primissime realtà in Italia ad aver adottato i Piani Terapeutici online».

I compensi riconosciuti alle farmacie rimangono quelli dell’accordo di due anni fa: 7,44 euro a pezzo (iva e quota al grossista comprese) che diventano 8,66 per rurali e rurali sussidiate con fatturato compreso tra i 258mila e i 600mila euro e 10,25 per le urbane, rurali e sussidiate con fatturato inferiore ai 258mila euro. Tra i medicinali che le farmacie potranno distribuire grazie all’accordo spiccano eparine e i nuovi anticoagulanti orali, epoetine, farmaci per la cura dell’infertilità (femminile e maschile), alcuni ormoni, immunostimolanti e immunosoppressori, medicinali per il sistema nervoso centrale, farmaci per l’osteoporosi eccetera. Rimangono invece esclusi emoderivati, antibiotici per uso ospedaliero, nuovi antivirali per il trattamento dell’epatite C, antivirali per il trattamento dell’Hiv, farmaci per la sclerosi multipla e stupefacenti. In più, le Asl potranno dispensare il primo ciclo terapeutico ai pazienti in dimissione o in visita specialistica.

Rispetto all’intesa del 2016 spiccano anche alcune novità, introdotte dalla Regione con una delibera di giunta risalente alla settimana scorsa. La più importante riguarda un tema collaterale ma molto caro alle farmacie, quello del fatturato di riferimento: in uno degli allegati alla dgr, infatti, la Regione stabilisce che rimangono fuori dal computo ticket, compartecipazione sugli equivalenti e dpc; restano invece dentro convenzionata (al netto di iva e sconti) e assistenza integrativa più protesica.

Poi ci sono le novità in materia di dispensazione: «Per tutte le tipologie di farmaci erogabili in dpc» si legge nella delibera «la prescrizione medica si intende riferita al principio attivo e il farmacista che attua la distribuzione per conto è tenuto a dispensare la specialità medicinale aggiudicataria della gara». In altri termini, se il medico prescrive un farmaco che non è in dpc ma lo è la molecola su cui si basa, la farmacia deve sostituire il medicinale indicato dal curante con l’equivalente che figura negli elenchi del doppio canale. E se il paziente rifiuta, il farmacista consegna il prodotto prescritto in regime convenzionato e fa pagare la differenza. Non solo: nel caso in cui siano disponibili in dpc più farmaci equivalenti, al paziente «verrà consegnato il farmaco aggiudicatario della fornitura con il prezzo più basso». E anche in questo caso, se l’assistito chiede la specialità con prezzo di aggiudicazione più alto è tenuto a corrispondere la differenza.

Chiari quindi i motivi per cui la Regione stima che grazie all’accordo (di durata biennale) potranno essere conseguiti risparmi sulla spesa farmaceutica per circa 2,6 milioni l’anno: contribuiscono al risultato le gare centralizzate (già concluse), la nuova gestione centralizzata dei farmaci dispensati e delle giacenze di magazzino, l’appropriatezza prescrittiva e infine l’abbattimento di costi di approvvigionamento e distribuzione. «E’ un accordo che nel complesso consideriamo positivo» commenta Alfredo Orlandi, segretario di Federfarma Abruzzo «l’elenco dei farmaci interessati è contenuto, la disposizione sul fatturato di riferimento va nella direzione giusta, beneficiano della seconda fascia di remunerazione le farmacie rurali con fatturato fino a 600mila euro, otteniamo un nuovo modello di dcr che non ci costringe alla fatturazione elettronica e dunque ci risparmia diversi fastidi». Anche sulle nuove regole per la sostituibilità in dpc Orlandi è ottimista. «Il ruolo del farmacista si allarga» dice «e se è vero che c’è il rischio di irritazioni da parte dei medici, ma l’accordo fissa regole stringenti sulla non sostituibilità e nel caso se la prenderanno con la Regione».