Dopo più di un anno di intoppi e rinvii, dovrebbe finalmente partire l’accordo abruzzese sulla dpc che Regione e Federfarma avevano sottoscritto nell’autunno del 2016. Il via dovrebbe scattare dal prossimo mese o tutt’al più dal successivo, una volta completate le procedure della gara di acquisto indetta dall’assessorato. E proprio la gara è all’origine degli ultimi ritardi patiti dall’accordo: colpa del primo bando redatto dall’amministrazione abruzzese, che non rispettava le norme nazionali in materia di gare Consip e ha quindi costretto la Regione a ripetere l’intero iter. Prima ancora, però, avevano pesato alcune scelte poi riviste in materia di logistica, relative ai depositi dai quali far passare la dpc. «Intoppi» precisa il segretario di Federfarma Abruzzo, Alfredo Orlandi «che non coinvolgono in alcun modo le farmacie del territorio».
La partenza posticipata, in ogni caso, non avrà ricadute sull’accordo, che entrerà in vigore nella versione firmata un anno e mezzo fa. «Anzi» avverte il presidente del sindacato regionale, Giancarlo Visini «nel frattempo sono stati inseriti nella lista un paio di farmaci innovativi, spostati in Pht dagli uffici regionali». La remunerazione ammonta a 7,44 euro (iva e quota al grossista comprese), che diventano 8,66 per rurali e rurali sussidiate con fatturato compreso tra i 258mila e i 600mila euro e 10,25 per le urbane, rurali e sussidiate con fatturato inferiore ai 258mila euro.
La Regione, inoltre, si impegna ad attivare a proprie spese la piattaforma web-dpc per gli ordinativi ai distributori. Infine, verranno esclusi dalla dpc e trasferiti nella distribuzione convenzionata i farmaci del Pht che, a seguito della genericabilità, «avranno un prezzo di riferimento pari o inferiore al prezzo di acquisto dell’Asl maggiorato del compenso alla filiera».