Se in Liguria farmacie del territorio e Regione non avessero sottoscritto l’accordo sulla dpc in vigore dal marzo scorso, che ha ridotto i volumi dei medicinali distribuiti direttamente dalle Asl e allargato quelli dei farmaci dispensati per conto, i 44mila genovesi che risiedono nei quartieri messi in difficoltà dal crollo del ponte Morandi sarebbero ora costretti a forti disagi per raggiungere le farmacie ospedaliere della città. E’ quanto osserva l’assessore alla Salute della Regione, Sonia Viale (foto), sulla scorta dei risultati emersi da un’analisi condotta da Alisa – l’agenzia sanitaria ligure – e l’Asl 3 nell’ambito delle misure adottate per affrontare l’emergenza.
«Solo nel quartiere di Valpolcevera» spiega Viale «abbiamo contato più di 6.100 pazienti residenti che, con l’applicazione dell’accordo sulla dpc, non devono più recarsi nelle strutture pubbliche per ritirare i farmaci prescritti ma possono rivolgersi alla farmacia vicina a casa. In altri termini, se in condizioni di normalità la distribuzione per conto è una soluzione che va incontro alle esigenze dei cittadini, nell’emergenza i vantaggi diventano ancora più evidenti: ci sono 44mila persone in meno che attraversano la città, con un evidente impatto positivo anche sulla viabilità complessiva».
Non è la prima volta che l’assessore leghista esprime il proprio apprezzamento per l’accordo firmato con le farmacie del territorio. A giugno, nella cornice del convegno organizzato a Genova da Motore Sanità per fare il punto sulla riforma sanitaria regionale, Viale aveva ricordato che l’obiettivo della giunta ligure (Lega-Forza Italia) è quello della «Sanità a km zero, il che significa tenere gli assistiti a casa e fornire lì cure e farmaci. Consideriamo dunque la dpc e la farmacia dei servizi due tasselli importanti, perché consentono ai cittadini di trovare velocemente, con evidente comodità per tutti».