Non sembra convincimento soltanto del ministro Grillo, ma di un’ampia fetta di pentastellati, che incoraggiare l’uso degli equivalenti sia di aiuto alla sostenibilità della spesa farmaceutica. Invita all’ipotesi la mozione presentata venerdì scorso davanti al Consiglio regionale della Puglia dal rappresentante del M5S Mario Conca: per ridurre la spesa sostenuta dalla Regione – che nel 2017 ha rimborsato farmaci per 227,13 euro ad assistito, un valore superato soltanto dalla Sardegna – la mozione impegna il governo regionale a «mettere in atto iniziative idonee a promuovere e incrementare l’utilizzo dei farmaci equivalenti», nella distribuzione convenzionata e soprattutto, nella diretta-dpc.
«I farmaci equivalenti» ricorda il pentastellato «contengono lo stesso principio attivo del farmaco “originator” e un loro maggiore uso garantirebbe un notevole risparmio per il Servizio sanitario regionale quantificabile in decine di milioni di euro. Si potrebbero così liberare importanti risorse da destinare al miglioramento di numerosi servizi territoriali o all’utilizzo di farmaci innovativi». Inoltre, si potrà assumere nuovo personale nelle aziende sanitarie. «Sembra un gatto che si morde la coda» commenta Conca «non potendo assumere farmacisti non possiamo far funzionare le farmacie ospedaliere. Non potendo farle funzionare non si può applicare la legge 405/2001 nella parte relativa alla dispensazione del primo ciclo terapeutico in caso di dimissioni protette. Non potendo applicarla, non possiamo risparmiare altri 80-100 milioni di euro per riallinearci alla spesa media nazionale».