L’Asl Romagna è pronta a far partire anche senza intesa con le farmacie il suo progetto pilota per la distribuzione in dpc di un pacchetto di principi attivi (una ventina abbondante) classificati in fascia a e rivolti alla popolazione cronica. A riportare la notizia una circolare diramata ieri da Federfarma Rimini, che cita dichiarazioni provenienti dalla direzione generale dell’azienda sanitaria: la sperimentazione, in sintesi, verrà varata con atto unilaterale, probabilmente una determina che dovrebbe vedere la luce ai primi di gennaio. In tal modo, l’Asl rinuncia all’intesa con le Federfarma provinciali e procede per proprio conto sulla base della delibera regionale che a fine agosto aveva autorizzato il progetto pilota.
«La determina» scrive nella circolare il presidente di Federfarma Rimini, Roberto Deluigi, dovrà riportare, nero su bianco, tutti i contenuti che erano stati finora concordati con le nostre organizzazioni sindacali, in particolare la limitazione della distribuzione diretta ospedaliera al primo ciclo terapeutico a seguito di dimissioni o visita specialistica». In tal modo, continua Deluigi, «si arriverà al definitivo smantellamento del sistema distributivo ospedaliero».
Il presidente di Federfarma Rimini, in sostanza, riconferma la propria disponibilità alla sperimentazione sulla base di una valutazione dei costi e dei benefici per le farmacie. In questi ultimi due anni» scrive «a Rimini abbiamo avuto un incremento medio delle distinte Ssn di circa il 10%. Quest’anno tuttavia la spesa farmaceutica regionale ha subito un incremento di oltre 81 milioni di euro e l’intensificazione della distribuzione diretta rimane l’unico strumento immediato a disposizione delle Asl per ridurre l’aumento». Di conseguenza, se sulla sperimentazione le farmacie non facessero nulla, «quel 10% lo perderemmo in pochi mesi». La partecipazione al progetto dell’Asl Romagna, invece, determinerebbe una contrazione sulla convenzionata del 3-5%, «per cui il saldo sarebbe ugualmente positivo». E poi, andrebbe contato «il recupero di tutti i farmaci che arriveranno dalla chiusura della distribuzione diretta» che assicurerebbe «un saldo sicuramente migliore delle previsioni più negative». Sempre che l’Asl Romagna rispetti gli impegni, ovviamente.