L’aumento dei prezzi del carburante e di diverse materie prime preoccupa Assoram, l’associazione delle aziende operanti nella distribuzione primaria di farmaco ed healthcare, che in un comunicato invita il Governo a intervenire. «Abbiamo dato prova di strategicità ed efficienza nel garantire la regolarità dei rifornimenti messi a dura prova dalla pandemia» ricorda il presidente Pierluigi Petrone «ora ci troviamo di fronte al nuovo pericolo rappresentato dai picchi di prezzo di molte commodity».
Il rischio, paventa la nota, è che aumento dei costi e difficoltà di reperimento delle materie prime determinino «rallentamenti consistenti dei cicli produttivi e distributivi, con significativa perdita di sostenibilità e marginalità aziendale». In più, c’è da considerare l’innalzamento dei costi operativi legati alle misure di sicurezza da predisporre in azienda contro la pandemia, «costi che da contingenti sono ormai diventati strutturali, con la spinta inflazionistica che li rende ancora più gravosi».
Sotto la lente, in particolare, c’è l’aumento dei prezzi dei beni energetici da -5,1% di gennaio 2021 a +14,1% di maggio: «L’impatto su tutto il settore rappresentato è notevole» commenta il vicepresidente di Assoram, Carlo Mambretti «anche in considerazione degli obblighi di mantenimento della cold chain nello stoccaggio e nel trasporto, e della quasi totalità del trasporto dei prodotti health su strada».
L’appello che Assoram rivolge al Governo, dunque, è quello di sostenere l’indotto «in considerazione del ruolo fondamentale nel garantire la resilienza della supply chain farmaceutica. Ma bisogna fare in fretta, a tutela della tenuta del sistema».