Ad Avellino parte senza le farmacie del territorio la campagna 2018 per lo screening del tumore al colon-retto. Organizzata a cadenza annuale dall’Asl provinciale e in partenza da domani, l’iniziativa si era sempre appoggiata agli esercizi dalla croce verde per tenere elevati reclutamento e copertura della popolazione a rischio, quest’anno invece distribuzione e ritiro dei kit passerà dalle cosiddette “farmacie distrettuali”, ossia gli sportelli della distribuzione diretta e le farmacie ospedaliere. All’origine la mancata intesa tra Asl e Federfarma Avellino sulle richieste dei titolari per partecipare alla campagna 2018: a metà giugno la direzione dell’Azienda aveva inviato alle farmacie una lettera in cui annunciava invio dei kit e modalità di distribuzione e ritiro; all’inizio di luglio Federfarma ha risposto con un’altra lettera agli associati in cui avvertiva che l’adesione allo screening avrebbe dovuto seguire la stipula di un protocollo d’intesa comprendente disciplinare tecnico (analogo a quello messo a punto a novembre da Federfarma Napoli per lo stesso servizio), adozione di una piattaforma informatica per la tracciatura di consegne e ritiri, formalizzazione del consenso per la privacy da parte del paziente e infine remunerazione alle farmacie di 5 euro a kit. «Per vent’anni abbiamo assicurato questo servizio gratuitamente» spiega a FPress Mario Flovilla, presidente di Federfarma Avellino «ora non possiamo più farlo. I tempi cambiano, i contenuti della collaborazione con l’Asl sui servizi devono adeguarsi di conseguenza».
Di avviso diverso la direzione generale dell’Azienda sanitaria, che dopo un incontro con i vertici del sindacato titolari ha deciso di fare da sé. A distribuire i kit provvederanno gli sportelli della diretta, anche se la stessa Asl lascia trapelare qualche perplessità: in una nota diffusa ieri, infatti, l’Azienda ha avvertito che «in caso di eventuale indisponibilità presso le farmacie (distrettuali, ndr), è possibile ritirare il kit anche presso il Servizio farmaceutico dell’Asl». Intanto, i titolari restano a guardare: «Vedremo quali tassi di reclutamento riusciranno a raggiungere» commenta Flovilla «da escludere che possano assicurare lo stesso servizio delle farmacie private».