La telemedicina in farmacia non comporta alcuna trasformazione del farmacista in medico specialista né implica forme di esercizio abusivo della professione medica. È quanto scrive Federfarma Calabria in una nota inviata alla stampa locale per rispondere alle dichiarazioni dei vertici regionali di Fimmg e Smi. Nei giorni scorsi i due sindacati della medicina generale avevano avanzato forti critiche sull’accordo firmato ai primi del mese da Regione e Federfarma per la telemedicina nelle farmacie (ecg, spirometria, holter pressorio e cardiaco).
«Oggi questi servizi sono disponibili in oltre settemila farmacie e spesso hanno consentito di salvare vite umane, anche nelle aree più interne del Paese, lontane dalle strutture sanitarie pubbliche» ricorda nella sua nota Federfarma Calabria «non bbiamo mai chiesto alcuna forma di esclusiva, né preteso che le farmacie individuassero i pazienti per i quali è necessario effettuare un ecg. Ciò esclude ogni conflitto d’interesse».
Le prestazioni di telemedicina, ricorda ancora Federfarma, rientrano nella normativa sulla farmacia dei servizi prevista dal d.lgs. 153/2009. Sulla base di tali disposizioni, le farmacie garantiscono test diagnostici e vaccinazioni; screening per la prevenzione, diagnostica strumentale; servizi di front office e altro ancora. «Tali attività, insieme alla potenzialità delle farmacie in termini di strutture, dotazioni tecnologiche, livello di digitalizzazione ed effettuazione di nuovi servizi, portano ad eleggere la farmacia come uno dei pilastri della ristrutturazione dell’assistenza di prossimità orientata verso un nuovo modello di Ssn, incentrato sul territorio e sulle reti di assistenza socio-sanitaria».
Le linee di indirizzo nazionali sulla telemedicina, pubblicate dal ministero della Salute con il decreto del 16 dicembre 2010, conclude la nota di Federfarma Calabria firmata dal presidente Vincenzo Defilippo e dal segretario Alfonso Misasi, richiamano all’ articolo 3 farmacia come possibile player proprio perché, per le caratteristiche già riconosciute dal legislatore, è in grado di garantire l’equità di accesso all’assistenza sanitaria, agevolando le prestazioni sul territorio e nelle aree remote».