Dovrebbero essere 260 circa le rurali della Campania che beneficeranno delle nuove indennità di residenza definite dal Progetto sperimentale per le farmacie sussidiate, approvato il 26 giugno dalla Regione e sottoscritto il giorno dopo con le organizzazioni sindacali delle farmacie. L’intesa, valida per il biennio 2020/2021, fissa quattro distinte fasce di contribuzione, parametrate sugli abitanti dei comuni di residenza: gli esercizi ubicati nei paesi fino a 600 residenti riceveranno un’indennità annuale di 10mila euro, 7mila per i centri fino a mille abitanti, 5mila euro nei comuni fino a 2mila abitanti e 3mila euro nei paesi fino a tremila residenti.
Il contributo, precisa il protocollo firmato da Regione e sindacati delle farmacie pubbliche e private, sarà erogato dalle Asl competenti in due tranche annuali, ma la disposizione che ne definisce i dettagli non è particolarmente chiara. Innanzitutto non viene definito l’ammontare delle rate (due di uguale importo?), in secondo luogo lascia dubbi la calendarizzazione delle scadenze: le due tranche dovrebbero essere versate la prima entro il 30 giugno dell’anno pari (ossia il 2020) e la seconda entro il primo gennaio dell’anno dispari successivo (ossia il 2021). Ma allora, come verrà pagata l’indennità annuale relativa al 2021, visto che la prima rata di giugno cadrebbe in anno dispari?
«In effetti il protocollo necessita di qualche chiarimento» ammette Domenico Iavarone, referente rurale di Federfarma Napoli per la Campania «ma saranno necessarie analisi di dettaglio anche sulla platea delle farmacie aventi diritto: vanno aggiornati i conteggi dei residenti, fatte le somme e quindi quantificate le risorse necessarie».
Intanto il protocollo definisce anche le prestazioni che le farmacie rurali sussidiate dovranno assicurare in cambio dell’indennità. Ogni esercizio, per cominciare, dovrà «garantire la disponibilità» di un defibrillatore automatico e la formazione periodica del personale. Le farmacie si dovranno anche organizzare per fornire «un servizio di guardia farmaceutica notturna, assicurando la reperibilità del farmacista 24 ore su 24». Sull’altro piatto della bilancia, la Regione mette «la dispensazione di ulteriori farmaci, oltre a quelli previsti nell’elenco di cui all’accordo dpc regionale, secondo le esigenze della Asl competente, per favorire il disagio (e anche questo è un passaggio infelice nella forma, ndr) del raggiungimento dei presidi sanitari distanti».
«Il protocollo rappresenta un documento d’intenti» replica Nicola Stabile, presidente di Federfarma Campania «dunque le misure dovranno essere dettagliate in decreti attuativi che ci attendiamo di vedere entro la fine dell’anno. Al momento resta comunque la soddisfazione per un accordo che mette su tavolo risorse importanti per la sostenibilità della farmacia».