I tempi sono ormai maturi perché anche la Regione Lazio dematerializzi i buoni cartacei destinati ai celiaci per l’acquisto di prodotti gluten free. E’ quanto fa sapere l’Aic (Associazione italiana celiachia) in una nota diffusa in concomitanza con l’approdo in Conferenza Stato-Regioni del decreto ministeriale che aggiorna i tetti di rimborso per fasce di età. L’esame del provvedimento è stato poi rinviato, ma intanto l’Associazione “svela” l’intesa che ci sarebbe dietro: la digitalizzazione dei buoni rappresenterebbe la «precondizione» che l’Aic ha posto alle Regioni per dare parere favorevole al decreto, che di fatto abbassa le fasce di rimborso dai 18 anni in su. Una precondizione che ora i celiaci laziali vorrebbero mettere in conto anche se il testo è stato rinviato.
All’origine, spiega la nota dell’Aic, c’è l’idea di riorganizzare l’intero sistema dei buoni sulla base di tre pilastri: accesso libero a tutti i canali distributivi che commercializzano prodotti gluten free (farmacie, gdo e negozi specializzati), spendibilità dei buoni su tutto il territorio nazionale (in modo da agevolare i celiaci che per lavoro o studio devono viaggiare) e – appunto – dematerializzazione dei buoni stessi, magari facendo ricorso alla tessera sanitaria o a qualche altro supporto.
La digitalizzazione, fanno notare all’Associazione, «consente una significativa riduzione degli sprechi, una minore spesa complessiva, una rendicontazione in tempo reale e trasparente, nonché una riduzione dei costi di carta, attività burocratiche e personale. In sostanza, un complessivo risparmio della spesa pubblica per l’assistenza alla celiachia». E dovrebbe anche ridurre le truffe: proprio nelle settimane scorse, la Regione Lazio ha abrogato i buoni stampati su carta bianca e inchiostro nero (consentito solo inchiostro colorato) perché erano stati scoperti alcuni tagliandi falsificati attraverso la semplice fotocopia degli originali.