Nella prima metà di quest’anno le farmacie del Triveneto hanno patito una contrazione dei ricavi del 2,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’andamento però non è stato costante durante il semestre: i primi tre mesi hanno fatto registrare un calo del 9,5%, nei tre seguenti invece c’è stato un incremento del 5,9%. Sono i dati provenienti da un campione di farmacie del Nord-est che il commercialista Giampietro Brunello ha riportato ieri nel suo intervento al convegno organizzato a Udine dal Consorzio farmacisti riuniti, che raggruppa circa 200 affiliati tra Friuli Venezia Giulia e Veneto.
Dedicato al valore dell’associazionismo e del cooperativismo, l’evento ha raccolto sul tema esperienze e testimonianze provenienti da altri comparti produttivi: Pietro D’Andrea, presidente di Vivai cooperativi Rauscedo, ha parlato dei vantaggi che l’unione tra piccole e piccolissime imprese apporta in termini di ricerca e innovazione, due leve che hanno consentito alla sua cooperativa di diventare il principale produttore mondiale di barbatelle, i tralci di vite innestati. Walter Lorenzon, presidente della Banca di credito cooperativo Pordenonese e Monsile, si è soffermato sui tratti distintivi del cooperativismo, che si fonda su un gioco di squadra nel quale ogni socio cede una parte di “sovranità” per poter lavorare a un progetto i cui obiettivi non potrebbero essere mai raggiunti singolarmente. Antonio Peroni, amministratore delegato di Unica, la rete di farmacie di proprietà di Unico spa, ha parlato della funzione di “laboratorio” del network (che oggi conta dieci esercizi) rispetto ai progetti della società di distribuzione, che è il risultato dell’unione di quattro cooperative dei farmacisti. Infine Matteo zoppas, consigliere di amministrazione di Acqua San Benedetto, ha raccontato la sua esperienza di imprenditore in un’azienda che dalla dimensione familiare si è sviluppata nel tempo fino a diventare un gruppo internazionale che si confronta con i colossi della globalizzazione.
A Giampietro Brunello, come detto, il compito di una disamina dello stato di salute della farmacia dopo più di un anno di pandemia. «Mai come in questo periodo» ha detto «l’andamento medio del canale è il risultato di situazioni estremamente differenziate tra le singole farmacie: c’è chi ha registrato incrementi dei ricavi significativi e altri invece hanno subito forti riduzioni, anche a doppia cifra. In linea generale sono cresciute soprattutto le farmacie che hanno intercettato l’incremento della domanda di cui ha beneficiato il retail di prossimità a causa del lockdown, hanno patito le farmacie situate in città, centri turistici, zone centrali ad alta intensità di uffici». Nel primo semestre, ha detto ancora Brunello, il margine commerciale lordo è attestato al 40,9% – in miglioramento di un punto sull’anno scorso – e i ricavi sono arrivati per il 51,5% dalla vendite con ricetta. Il campione analizzato, inoltre, mostra un valore medio dello scontrino pari a 28 euro, con casistiche che oscillano tra i 24,7 e i 33 euro.
«L’ingresso del capitale e la pandemia» ha concluso Francesco Innocente, da 18 anni presidente del Consorzio farmacisti riuniti «rappresentano le due principali sfide che la farmacia deve affrontare. Le risposte, che vanno dalla digitalizzazione alla farmacia dei servizi, impongono investimenti non sempre alla nostra portata, associazionismo e cooperativismo sono quindi scelte di campo che oggi i farmacisti devono valutare con attenzione e massima consapevolezza».