Crollo domenica all’alba nell’Ospedale degli Incurabili, storico edificio napoletano del XVI secolo caro ai farmacisti di tutt’Italia perché ospita una delle farmacie più antiche e pregiate del Paese, che prende il nome dal complesso. A cedere una volta di sostegno del pavimento retrostante l’altare maggiore della chiesa di Santa Maria del Popolo degli Incurabili, che appartiene al complesso ed è sotto la tutela dell’Asl Napoli 1. Nel franamento è stata coinvolta la tomba di Maria D’Ayerba (co-fondatrice dell’Ospedale degli Incurabili) e parte del coro ligneo, ma per fortuna non si lamentano danni alle persone tanto per l’ora in cui è avvenuto il crollo quanto per il fatto che da tempo il luogo, pericolante, era accessibile soltanto da personale autorizzato. Un mese fa, un’ispezione dei vigili del fuoco aveva rivelato «cedimenti in atto» tanto nell’Ospedale quanto nella Farmacia, che avevano consigliato la chiusura di alcuni locali e reparti.
Sul luogo si sono recati il commissario straordinario dell’Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, il direttore sanitario dell’Ospedale degli Incurabili, Mariella Corvino, i Vigili del Fuoco e la Protezione Civile. Verdoliva ha ribadito come «il complesso necessiti di cure molto importanti». La Farmacia degli Incurabili è un capolavoro di arte barocca che espone arredi curati probabilmente verso la metà del XVIII secolo: la falegnameria, gli stigli e il grande bancone usato come laboratorio sono di Agostino Fucito, gli intagli dorati nella sala della controspezieria e nella grande sala sono opera del Di Fiore. Crescenzio Trinchese si occupò dei marmi e dell’urna, collocata in una nicchia, contenente la medicina per ogni male, la cosiddetta Teriaca o Triaca.