Meno visite dal medico, meno ricette e soprattutto meno spesa farmaceutica. Sono gli effetti che si attende la Regione Sicilia dal decreto dirigenziale del 24 aprile 2024, con cui raccomanda ai medici di prescrivere ai loro pazienti cronici confezioni mensili (da 28 o 30 unità) anziché le più comuni scatole da due settimane (14 unità).
La disposizione scaturisce da un sillogismo elementare: se il prescrittore si orienta su scatole che coprono un arco di tempo doppio, le ricette si dimezzano e i pazienti devono tornare da lui meno spesso. E si riduce anche la spesa a carico del Servizio sanitario regionale. «Dall’analisi dei dati relativa alle categorie terapeutiche» recita il decreto «è emerso nel corso del 2023 un rilevante impiego di farmaci in confezionamento bisettimanale, con un impatto di spesa stimabile in circa dieci milioni di euro» Queste confezioni, continua l’assessorato, arrivano anche al 70% delle scatole prescritte complessivamente.
Di qui l’indicazione ai medici perché «ai pazienti in terapia cronica con adeguato controllo della patologia siano prescritti confezionamenti mensili da ventotto o trenta unità posologiche», considerato che «l’efficacia del provvedimento sarà oggetto di periodico monitoraggio per il raggiungimento degli obiettivi sopra elencati».
Ma il provvedimento chiama in causa anche le farmacie, perché con la nuova remunerazione è più sensibile alle fluttuazioni dei volumi piuttosto che ai prezzi delle scatole dispensate. Non a caso, Federfarma aveva promesso massima vigilanza sul rischio che la riforma invogliasse a “gonfiare” le confezioni.
Intanto da diverse regioni arrivano rumors secondo i quali la determina Aifa del 10 maggio scorso che ha spostato le gliptine da A-Pht ad A (per un totale di 200 farmaci) starebbe suscitando forti preoccupazioni tra assessori e funzionari. Al punto che laddove erano in corso trattative per il rinnovo degli accordi regionali sulla dpc sarebbe stato fermato tutto: si riprenderà quando saranno chiari gli effetti della riclassificazione, considerato che con la nuova remunerazione diventa molto più difficile per ogni Regione stimare l’andamento della propria spesa.
Il fatto, in sostanza, è che la riforma ha scoperchiato il vaso di pandora dei “conguagli” con cui molte amministrazioni regionali sono solite compensare gli sfondamenti degli acquisti diretti con gli avanzi della convenzionata. Un giochino che la riclassificazione delle gliptine potrebbe finalmente portare allo scoperto.
Per ultimo, vale la pena di segnalare le preoccupazioni dei distributori, altro fronte dove la determina dell’Aifa sugli antidiabetici sembra provocare al momento più preoccupazione che gioia. Il perché è presto detto: come diversi studi hanno dimostrato da tempo, oggi i grossisti perdono 0,26 centesimi per ogni confezione di farmaco recapitata in regime convenzionato. E quindi nuove scatole, meno utili.