«Deprescrizione nel paziente anziano». E’ il titolo del questionario diffuso dalle Asl di Parma e Modena ai propri medici di medicina generale, con l’obiettivo di raccogliere pareri e indicazioni sull’avvio di un eventuale processo di “sfoltimento” delle politerapie fornite ai cronici. L’iniziativa delle due aziende sanitarie si colloca in un progetto di ampio respiro che rivendica piena solidità scientifica: come spiega in una pagina del proprio sito web l’Asl parmense, la letteratura scientifica dimostra che la deprescrizione rientra nel «corretto percorso terapeutico-farmacologico che il medico intraprende con il paziente». In sostanza, si tratta di un «un processo sistematico di identificazione e discontinuazione dei regimi farmacologici in circostanze in cui evidenti o potenziali effetti negativi ne superino i benefici correnti e/o potenziali». Di più: «nel soggetto anziano, spesso esposto a un numero eccessivo di farmaci, la deprescrizione è una chiara necessità che può portare a sensibili benefici funzionali per il paziente stesso. La letteratura, infatti, conferma che, quando ritenuto opportuno, la deprescrizione di specifiche categorie di farmaci non solo non peggiora i risultati clinici e non produce sindromi associate all’abbandono degli stessi, ma produce effetti positivi in termini sia di riduzioni di cadute sia di miglioramenti comportamentali e cognitivi».
Hanno invece sollevato perplessità, critiche e perfino una interrogazione in Consiglio regionale i questionari con cui prima l’Asl di Parma e poi quella di Modena (messasi velocemente nel solco della consorella) si sono messe a raccogliere le opinioni dei medici di famiglia sul tema. In particolare sono state ritenute da più parti sgradevoli alcune domande del sondaggio, in cui si chiede al mmg se è favorevole a deprescrivere farmaci ad attività preventiva negli anziani la cui aspettativa di vita non giustifica più gli eventuali benefici, oppure farmaci ad attività terapeutica raccomandati dalle linee guida. O ancora, se è disposto a ridimensionare la terapia anche quando è prescritta da un collega, oppure quando il paziente o chi ne ha cura dissentono.
Contro il questionario si sono subito scagliati Federaiisf (la Federazione degli informatori scientifici del farmaco) e il gruppo consiliare della Lega Nord, che in un’interrogazione all’assessore alla Salute della Regione, Sergio Venturi, ha chiesto conto delle due iniziative. Il sospetto, in sostanza, è che per le due Asl “deprivazione” possa diventare sinonimo di “risparmio”, sulla pelle di anziani e cronici. Nella replica Venturi ha garantito la buona fede delle due Asl ma ha ammesso che «occorre eliminare ogni ambiguità, altrimenti il cittadino non ne capisce gli scopi» e ha promesso un incontro a breve con i responsabili delle aziende sanitarie. Intanto medici e farmacie seguono la questione con una certa preoccupazione: l’iniziativa, è il giudizio che trapela da Federfarma Modena, presenta risvolti decisamente pericolosi.