Non piace per nulla, ai medici di famiglia della Fimmg, il Protocollo su dpc e distribuzione a pacchetto firmato a marzo in Emilia Romagna da Regione e farmacie. Lo fa capire senza troppi giri di parole la lettera che il segretario regionale del sindacato, Fabio Maria Vespa, ha pubblicato l’altro ieri su Quotidiano Sanità: anziché, scrive Vespa, attribuire alle farmacie funzioni «discutibili» come la segnalazione di errori nelle terapie o la promozione dell’aderenza terapeutica, sarebbe stato meglio che la delibera con cui la Regione recepisce il Protocollo affrontasse il conflitto d’interessi che potrebbe generarsi nel farmacista quando lo si incarica di «colloqui strutturati di educazione sanitaria» o di «use review dei farmaci».
Non è chiarissimo, dalla lettera, a quale conflitto si riferisca il segretario regionale della Fimmg, ma la sensazione è che il pomo della discordia sia ancora una volta la sostituzione in farmacia, dei generici e forse anche degli integratori, visto che il medico li cita entrambi. «Il Legislatore e l’arcaica saggezza» è in ogni caso il lamento del sindacalista «avevano rigidamente separato le funzioni prescrittive da quelle di erogazione e vendita dei farmaci e dei “simil farmaci”. Oggi invece si tende, non si sa con quale pubblica utilità, a confondere i ruoli. Si rischia di alzare steccati e generare contrapposizioni inutili e dannose tra le categorie professionali, soprattutto in un momento in cui medici del territorio e farmacie private dovrebbero cercare integrazione e multiprofessionalità, anziché o multiconfusione e disintegrazione».
Intanto la delibera 329/2019 della Regione, che recepisce il Protocollo del marzo scorso, è uscita sul Bur del 2 maggio e quindi l’accordo è ufficialmente in vigore: al momento nulla cambia e la dpc va avanti alle condizioni dell’intesa precedente, cioè 3,20 euro a confezione iva esclusa, 3,88 euro per le rurali sussidiate, le piccole farmacie con fatturato fino a 300mila euro e le farmacie aperte da meno di un anno. Per vedere la novità principale dell’accordo però, ossia la distribuzione a pacchetti in farmacia, occorrerà attendere ancora un po’, forse sei mesi: entro tale scadenza infatti Regione, centrale per gli acquisti regionali, farmacie e distributori dovranno costituire «un gruppo di lavoro» che studi «un nuovo modello di approvvigionamento dei farmaci da distribuire nelle farmacie convenzionate in modalità per conto e a pacchetto di terapia». E definisca «il ruolo dei diversi attori, una proposta di capitolato di gara e uno schema di accordo comprendente la definizione del percorso e gli elementi economici».
E’ in sostanza confermato che per le farmacie la distribuzione a pacchetti di terapia (ossia la modalità con cui oggi distribuiscono le Asl emiliano-romagnole, che consegnano ai pazienti sporte con farmaci per due o tre mesi di trattamento) comporterà una remunerazione differente da quella della dpc normale (3,20 euro a confezione); il fatto poi che nel gruppo di lavoro sia presente la struttura regionale di committenza, che coordina le gare di acquisto, fa pensare che i farmaci di fascia A ricompresi in questi pacchetti non passeranno dalla convenzionata, ma continueranno a essere comprati in regime di distribuzione diretta per essere dispensati dalle farmacie con il fee a pezzo negoziato per la distribuzione a pacchetti.
Non resta che vedere i prossimi sviluppi, intanto grazie alla delibera le farmacie del territorio si portano a casa la distribuzione dei presidi per le stomie (remunerati con uno sconto del 18% sul prezzo al pubblico), il Cup (2,40 euro iva esclusa, incrementabili di un altro euro nella contrattazione locale) e l’attivazione del Fascicolo sanitario elettronico (3,40 euro ad attivazione in caso di incremento di almeno il 40%).
Poi ci sono i servizi che le farmacie erogheranno nell’ambito della distribuzione a pacchetti (si partirà inizialmente con i soli pazienti affetti da bpco, almeno 20mila da arruolare nel biennio di valenza dell’intesa): aderenza terapeutica, sicurezza delle cure (mediante compilazione di schede di ricognizione farmacologica e visite a domicilio per la corretta gestione dei farmaci), farmacovigilanza, recapito domiciliare delle terapie ai soggetti fragili, validazione dei piani terapeutici e parecchio altro ancora.
Intanto, dice la delibera, servirà «la modifica del sistema web dpc, per tracciare i pazienti inseriti in tale nuovo percorso distributivo». In attesa di tali modifiche, «per i farmaci destinati ai pazienti di cui sopra sarà avviata l’erogazione in dpc».