Dalla Puglia alla Sardegna, ci vuole poco per scovare un altro flagrante caso di ordinario disservizio della distribuzione diretta. A segnalarlo Federfarma Cagliari, che riporta un articolo tratto dalla stampa locale in cui si narrano le sofferenze degli assistiti di Quartu Sant’Elena, comune di 70mila abitanti alle porte del capoluogo: la farmacia ospedaliera di via Bizet, come riferisce il quotidiano Unione Sarda, è aperta soltanto due giorni alla settimana, il lunedì dalle 8.30 alle 13 e il mercoledì dalle 14 alle 17; quindi malati e familiari che – non per scelta – devono rivolgersi al presidio sono costretti a un vero e proprio girone infernale, fatto di lunghe attese sotto il sole.
Il giornale sardo riferisce in particolare il caso di una famiglia con il figlio affetto da una grave malattia rara: il padre racconta che all’inizio del lockdown la farmacia era aperta tre giorni alla settimana, poi ridotti a due per motivi sconosciuti. Risultato, le code si sono allungate e da qualche settimana l’attesa si protrae per ore, da trascorrere sotto il sole di luglio perché a fare da sala d’attesa è la strada. «Da tempo» è il commento con cui Federfarma Cagliari accompagna l’articolo «proponiamo che nelle farmacie di comunità, presenti anche nei più piccoli paesi, siano distribuiti al più presto tutti i farmaci e i presidi possibili, alleggerendo i costi sociali che attualmente ricadono sulle spalle dei cittadini, costretti a subire disservizi come questo».