Dal caldo opprimente di quest’estate al freddo glaciale di questo gennaio, ridiventa per molti assistiti un vero e proprio calvario il ritiro dei farmaci della diretta nelle farmacie ospedaliere o distrettuali. A luglio avevano fatto scalpore le file di pazienti costretti per ore sotto il sole in diverse Asl del Sud, ora invece a indignare sono gli anziani lasciati al gelo in quel di Prato, davanti alla farmacia dell’ospedale Santo Stefano.
Ne parla in un articolo l’edizione locale del quotidiano La Nazione, che mette in risalto non solo i disagi dovuti al clima, ma anche i rischi legati all’assenza di ogni genere di distanziamento. Il ritiro dei piani terapeutici avviene sempre all’esterno dell’edificio, racconta al giornale un assistito, e l’ultima volta la coda è stata di due ore, tutti in piedi al freddo. Uno «strazio», racconta il testimone, perché in fila c’erano persone anziane o con patologie gravi.
A lasciare esterrefatti, poi, è la totale assenza di organizzazione: non c’è un taglia-code né un altoparlante, e i farmacisti in servizio chiamano senza mettere il naso fuori, per il freddo. E così, i pazienti si accalcano all’ingresso per non perdere il loro turno, senza distanze di sicurezza. «Da quando sono in vigore le norme anti Covid» spiega al quotidiano Umberto Materassi, referente per Prato dell’Associazione Toscana Paraplegici «il disagio è aumentato perché fanno aspettare all’esterno. Quando piove, per esempio, siamo costretti a stare sotto l’acqua. E sì che ci sarebbe tutto lo spazio necessario a installare almeno un gazebo mobile».
Per fortuna ci sono le farmacie del territorio: da novembre una delibera della Regione Toscana le autorizza a distribuire i presidi per diabetici. «E’ una misura importante» commenta Filippo Bardelli, responsabile dell’assistenza integrativa per l’Asl Centro «perché riguarda almeno l’80% delle persone che si rivolgono alla farmacia dell’ospedale. Potremo vedere i benefici di questa riorganizzazione a marzo». Quando non farà più così freddo.