dalle regioni

Dpc Emilia-Romagna, le farmacie disdettano l’intesa in scadenza

27 Settembre 2018

Si riscalda ancora prima di iniziare il negoziato tra Regione Emilia-Romagna e farmacie per il rinnovo dell’accordo sulla dpc. La convocazione del tavolo di trattativa da parte dell’amministrazione regionale continua a farsi aspettare e allora, per metterla sotto pressione, Federfarma e Assofarm hanno comunicato alla controparte la disdetta dell’intesa in scadenza a fine anno. «E’ un atto formale» spiega a FPress Egidio Campari, componente dell’esecutivo nazionale di Assofarm e direttore generale di Farmacie comunali riunite di Reggio Emilia «con il quale diciamo fin da subito no al semplice rinnovo dell’accordo precedente. Per la Regione, equivale a un invito ad accelerare l’apertura del tavolo perché vuol dire che se ne dovrà scrivere uno ex novo e dunque il confronto prenderà tempo». La disdetta, però, ha anche una valenza politica: «Formalizza la nostra posizione» spiega Achille Gallina Toschi, presidente di Federfarma Emilia-Romagna «che è quella di voler discutere su un modello di accordo del tutto diverso dai precedenti, impostato su nuovi contenuti e che rompa con una tradizione di forte sfruttamento della distribuzione diretta. E’ un orientamento che avevamo già esposto alla Regione in precedenti occasioni, sono quindi convinto che la convocazione al tavolo di trattativa arriverà già la prossima settimana».

Su tutto il confronto, però, rischia di pesare l’iter avviato dalla Regione per accedere alle autonomie differenziate previste dall’articolo 116 della Costituzione: come aveva annunciato nei giorni scorsi il ministro per gli Affari regionali, Erika Stefani, il Consiglio dei ministri potrebbe licenziare già a ottobre il ddl che dà luce verde alle richieste dell’Emilia-Romagna, tra le quali spicca la piena potestà sulla distribuzione diretta dei farmaci. «Quali siano le politiche regionali in materia di distribuzione del farmaco lo sappiamo già da tempo» commenta Gallina Toschi «non c’è nessuna novità. Puntiamo a un accordo che finalmente inverta questo processo».