In Emilia Romagna, accedere al contraccettivo gratis promesso dalla Regione soltanto l’estate scorsa significa affrontare un vero e proprio calvario, non molto diverso da quello che spesso gli assistiti devono sopportare con la distribuzione diretta. Lo rivela a un blog della galassia “alternativa” una ragazza bolognese di 23 anni, che ha provato a verificare di persona l’efficienza con cui i consultori pubblici forniscono la “pillola”. Per cominciare, la giovane scopre che a tali strutture si può accedere soltanto con prenotazione Cup, quindi pagando il ticket (alla faccia della gratuità) e con tempi d’attesa non sempre contenuti. «Gli unici consultori che la possono erogare senza il pagamento del ticket» prosegue la ragazza «sono quelli con l’ufficio Spazio giovani-adulti, da non confondersi con lo Spazio giovani». La rete costituita da tali consultori fa concorrenza a quella delle farmacie, perché in tutta Bologna ce n’è… soltanto uno, aperto – secondo quanto riferisce la 23enne – una sola mattina a settimana. Anche qui l’accesso avviene soltanto su prenotazione, tramite centralino reperibile soltanto tre ore al giorno. La giovane decide allora di prenotare (con ticket) una visita ginecologica al poliambulatorio Mazzacorati, dove finalmente ottiene una ricetta e due scatole di contraccettivi; quanto alle prossime forniture, il consiglio del medico è di andare direttamente in farmacia, perché a breve sarebbe stata avviata l’erogazione diretta nei presidi ospedalieri e negli esercizi del territorio.
Passate alcune settimane la giovane si reca in farmacia ma qui le dicono che ancora non ci sono disposizioni. Si rivolge allora all’ospedale, dove però riceve la stessa risposta: deve per forza tornare in consultorio. Ma per farlo, dovrebbe prenotare un’altra visita e ripagare il ticket. Si ripresenta allora al Mazzacorati, dove però le dicono che il piano terapeutico redatto alla visita precedente scade tra un paio di giorni: dovrà quindi tornare entro quella data per farsi rinnovare il Piano dalla ginecologa, che non può farlo sul momento (nonostante sia presente e libera) perché serve la prenotazione. «Ho fatto notare quanto sia complicato il tutto» conclude la ragazza «ma in consultorio la dottoressa mi ha riso in faccia: dovrei ringraziare perché ho la pillola gratis, mi ha detto, mentre quelle della sua età hanno dovuto pagarsela. Già: dato che non pago più in denaro, espio la mia fortuna pagando in tempo perso, bestemmie e fatica».