E’ in vigore da un paio di settimane in quasi tutta l’Emilia Romagna la Lista unica dei farmaci della dpc, l’elenco concordato da Regione, Federfarma e Assofarm con l’obiettivo di allineare in tutte le aziende sanitarie i volumi dei tre canali distributivi (convenzionata, dpc e diretta). L’elenco, che l’assessorato alla Salute ha inserito tra gli obiettivi di programma destinati ai direttori generali delle Asl, riduce al perimetro del solo Pht i medicinali che le farmacie possono distribuire per conto. E restituisce alle stesse farmacie la dispensazione in convenzionata dei farmaci del cosiddetto “extra-pht”, che alcune Asl acquistavano e facevano distribuire in modalità dpc.
«L’accordo che è alla base della Lista unica» spiega a FPress il presidente di Federfarma Emilia Romagna, Achille Gallina Toschi «ammette alcune limitate eccezioni, per farmaci di uso complesso che è opportuno lasciare alla somministrazione in ambiente ospedaliero. Ma non consente deroghe, tanto che sarà la Regione, e non più le Asl, a fornire a Farmadati e alle software house le informazioni sulle modalità distributive». L’amministrazione regionale, inoltre, si impegna a unificare le regole sui ministock e le modalità distributive, spsso diverse da un’azienda sanitaria all’altra.
L’entrata in vigore dell’intesa (che nell’area vasta di Bologna-Ferrara scatterà dal 3 febbraio, per motivi tecnici) viene però accolta con una certa cautela: «Siamo soddisfatti per le modalità con cui è stato negoziato l’accordo» ammette Gallina Toschi «ma prima di dare giudizi vogliamo vedere come procede il recepimento dell’accordo nelle varie Asl. Finora le cose sono andate bene – siamo la regione dove la diretta è calata di più – ma il percorso diretto al progressivo depotenziamento della distribuzione Asl deve proseguire. La Lista si colloca in questo processo e puntiamo a proseguire con il prossimo accordo per la dpc, che cominceremo a negoziare tra qualche mese visto che l’attuale scade a dicembre».
Intanto, nei giorni scorsi, Asl Romagna e farmacie di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna hanno rinnovato l’accordo sul Cup: il compenso base – 2,40 euro più iva a prenotazione – è quello fissato dall’intesa-quadro regionale, l’azienda sanitaria destinerà la quota integrativa (un altro euro, sempre più iva) per lo spostamento o l’annullamento delle prenotazioni. «Si è parlato anche di aggiungere servizi come il pagamento del ticket, la consegna dei referti e la scelta o revoca del medico» dice a FPress il presidente di Federfarma Rimini, Daniele Raganato «se ne continuerà a parlare».
L’accordo, in ogni caso, rappresenta per Raganato poco più che una formalità. «Ho grande rispetto per la farmacia dei servizi» spiega «ma io faccio il farmacista e quindi il mio lavoro è innanzitutto quello di dispensare farmaci. La Regione tende a dimenticarsene, speriamo ora che con la Lista unica le cose cambino. Ci vorrà tempo comunque, perché le Asl che finora hanno fatto tanto extra-pht si erano organizzate bene e non sarà facile convincerle a mandare via i pazienti. Sarà dura, si avvertono già alcune resistenze».