Una denuncia formale al ministero della Salute per chiedere lo sblocco immediato delle procedure di accesso ai farmaci salvavita e ristabilire condizioni di equità tra Nord e Sud nel diritto alla cura: è quanto ha presentato il Codacons assieme ad Articolo 32–97 Aidma (Associazione italiana diritti del malato) al ministro Orazio Schillaci, sollevando il caso di migliaia di pazienti siciliani che, a causa delle inefficienze regionali, vedono negato l’accesso tempestivo alle terapie.
L’iniziativa, firmata dal presidente regionale del Codacons, Giovanni Petrone, è stata inviata anche alla presidenza del Consiglio dei ministri e si concentra su una questione che ormai da anni mina la tenuta del sistema sanitario nell’Isola: tempi di accesso ai farmaci essenziali nettamente superiori rispetto a quelli di molte altre regioni italiane.
In Sicilia, denuncia il Codacons, «numerosi pazienti affetti da patologie oncologiche e rare sono costretti ad attendere settimane, se non mesi, per ricevere terapie già disponibili in altre regioni». A rallentare l’accesso alle cure sono autorizzazioni lente, blocchi procedurali, ritardi nelle gare e un sistema di approvvigionamento che, anche in presenza di farmaci già approvati, ostacola la distribuzione effettiva ai malati.
«La situazione che vivono oggi migliaia di pazienti siciliani è inaccettabile» dichiara Francesco Tanasi, segretario nazionale Codacons «il diritto alla salute non può essere ostacolato da burocrazia o lentezza amministrativa. Parliamo di farmaci salvavita, di cure vitali. Lo Stato ha il dovere di garantire pari accesso alle terapie».
Il problema, dice il Codacons, non è nuovo: da anni, pazienti siciliani si vedono costretti a spostarsi fuori regione per ricevere cure che altrove sono immediatamente disponibili. Questo implica costi elevati, disagi personali e familiari, e in molti casi la rinuncia al trattamento stesso.
Per questo l’associazione chiede un intervento urgente su più fronti: lo sblocco immediato delle procedure amministrative, la possibilità per le Asp (Aziende sanitarie provinciali) di effettuare acquisti diretti dei farmaci già autorizzati e l’adozione di un modello nazionale unificato che garantisca tempi certi e parità di trattamento sull’intero territorio italiano.
A completare il pacchetto di richieste anche l’apertura di un’ispezione ministeriale sulle Asp e sugli organi regionali competenti, per verificare responsabilità e inefficienze.