E’ stata impugnata dal Governo la legge regionale 24/2020 della Calabria che obbliga «istituti di ricovero e riabilitazione, Rsa, hospice, Sert, ospizi, case protette e comunità terapeutiche e case di cura private» ad affidare l’approvvigionamento, conservazione, allestimento e distribuzione dei farmaci a farmacisti «opportunatamente inquadrati nell’organigramma».
La decisione è stata adottata dal Consiglio dei ministri nell’ultima seduta e scaturisce dalle disposizioni dettate dagli articoli 1 e 4 della legge regionale, che (come detto) impongono la presenza del farmacista elle strutture sanitarie dove vengono impiegati farmaci e fissano i livelli in organico: un farmacista ogni sessanta posti letto, due o più farmacisti nelle strutture con più di sessanta posti letto, uno nelle strutture con ricezione inferiore.
Per il Governo, tali disposizioni invadono la competenza statale esclusiva e si pongono in contrasto con i principi fondamentali della legislazione in materia di coordinamento della finanza pubblica e delle professioni.