L’accordo tra Regione Umbria e farmacie del territorio sui tamponi rapidi svilisce la professione infermieristica e l’esautora di competenze riconducibili a un atto sanitario. E’ quanto scrive Mario Bruni, segretario regionale della Fials (Federazione italiana autonomie locali e sanità) in una segnalazione trasmessa all’Ordine delle professioni infermieristiche di Terni. Nella lettera, il sindacalista punta il dito sulle ambiguità dell’intesa, che «nulla evidenzia circa la competenza centrale di chi debba eseguire il test»: c’è soltanto «un generico richiamo a un allegato, il numero 1», che al punto 5 sembra delegare il prelievo con tampone al farmacista, mentre al punto 6 ammette che la stessa operazione potrebbe essere eseguita dall’utente stesso.
Per Bruni il testo genera «grande confusione», ma soprattutto «tenta di esautorare e svilire le competenze del profilo infermieristico». Invece gli infermieri assicurano queste prestazioni «in condizioni più che critiche» e lavorando fino allo stremo, per esempio nei drive-in istituiti dal servizio sanitario. «Per tutto quanto sopra» conclude la lettera «richiediamo all’Ordine un autorevole intervento sui vertici della Regione in difesa della categoria, per il ripristino delle dovute competenze che sono e rappresentano ancora certezza nelle prestazioni».